Egregio Presidente della Repubblica Italiana onorevole Napolitano Giorgio
Oggi la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso da Lei presentato e come diretta conseguenza le intercettazioni raccolte dalla Procura di Palermo che riguardano l'ex ministro, onorevole Mancino Nicola, devono essere tassativamente distrutte.
A differenza di molte firme illustri io non me la prendo con la magistratura ne con i giudici della corte.
Loro hanno semplicemente operato all'interno di una legge esistente, sia essa giusta o ritenuta sbagliata.
Ma una domanda mi continua a ronzare in testa e riguarda Lei.
Perchè?
La procura di Palermo sta indagando su una delle pagine più infamanti della storia del nostro Paese, sta cercando di capire come avvenì la trattativa tra lo Stato e il suo principale antagonista, una organizzazione criminale nota come Mafia. (Le ricordo che si indaga sul come, visto che il fatto che la trattativa sia avvenuta è un dato certo)
E' un indagine importante, un atto di giustizia verso tutti quei servitori dello Stato che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla "Piovra".
Perchè le sue intercettazioni non possono essere usate per aiutare questi magistrati a scoprire la verità.
Se in quei nastri non c'è niente di rilevante, non ha senso bloccarli e distruggerli, sono inutili e non contengono nessuna ombra e nessun sospetto.
Altresì se in quelle telefonate risulta qualcosa di importante....
Beh la Sua decisione acquisirebbe molto più senso ma al contempo sarebbe anche molto più drammatica e vergognosa.
Lei, nell'incarico che ricopre, rappresenta tutti i cittadini di questa sventurata terra che, detto fuori dai denti, se ne fregano se è giusto o sbagliato che lei venga intercettato ma hanno molto più a cuore la verità su come andarono veramente le cose in quei primi anni '90
Ci furono , e se si quali, responsabilità statali nelle morti di Falcone e Borsellino?
Chi firmò gli accordi tra le istituzioni e le cosche? Chi autorizzò questa trattativa? chi si occupò di portarla avanti? con che modalità?
Queste domande non possono e non devono rimanere sospese in un limbo di incertezza, ne tanto meno essere sepolte sotto il tappeto come fastidiosa polvere.
Le risposte a queste domande, o le mancate risposte, stabiliscono che Paese eravamo, che Paese siamo e, sopratutto, che Paese vogliamo essere.
E lei deve schierarsi a fianco delle vittime, dei cittadini innocenti ed inermi, e non dei carnefici, qualunque volto abbiano.
Con viva e vibrante delusione.
Un cittadino Italiano