Definita da Le Monde “un’eccezionale impresa artistica e tecnica” e dal The San Francisco Chronicle “una Traviata viva, autentica che vi toccherà il cuore profondamente. Non perdetela”, La Traviata à Paris ha visto la luce grazie ad un apparato tecnologico avanzato quant’altri mai per realizzare la complessa produzione dell’opera diretta da Giuseppe Patroni Griffi. L’azione è stata spostata nel giugno 1900, in coincidenza con l’Expo Universale di quell’anno. Il film inizia con una rarissima sequenza dei Fratelli Lumière girata in quell’occasione e propone al pubblico la struggente storia d’amore tra Violetta Valery e Alfredo Germont, attraverso un'ambientazione molto particolare
La casa di Violetta, dove avviene la festa in cui la cortigiana scopre l’amore di Alfredo per lei, è ambientata nei saloni dell’Ambasciata italiana a Parigi; il ritiro in campagna in cui Violetta e Alfredo vivono insieme, è invece il villaggio voluto da Maria Antonietta nel parco di Versailles, mentre il Petit Palais è la casa di Flora dove è ambientato il ricevimento in cui Alfredo apprende che Violetta è tornata alla vita che conduceva prima del loro incontro, mantenuta dal barone Douphol. La dimora in cui vive malata Violetta è invece un piccolo appartamento sull’Ile Saint-Louis.
I quattro affascinanti luoghi spettacolari in cui è ambientata l’azione ed un quinto, la Salle Wagram, per l’orchestra, sono distanti uno dall’altro diversi chilometri, ed hanno richiesto l’impiego di un impianto composto da centinaia di congegni elettronici efficienti e sicuri, che hanno garantito un risultato impeccabile.
È il maestro Zubin Mehta a dirigere l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, mentre
A Roma lo potete vedere in questi cinema:
- Barberini
- Intrastevere
- Lux
- Odeon
- Tibur
- e a Il Piccolissimo di Ciampino