Quindi il 2012 è stato storia di un “hannus orribilis”. Arrivata la retrocessione dall’Eccellenza, il torneo di Promozione 2012-2013 è stato soltanto un agonizzare. Tanto che la GS enna per ben 4 volte si è trovata costretta a rinunciare a scendere in campo, tra mancanza di giocatori e scioperi di quelli che c’erano. D’altronde, nelle casse societarie non c’era davvero il becco di un quattrino. Così si è arrivati alla fine di gennaio con un gruppo nutrito di tifosi che ha scritto una lettera di denuncia al presidente della Figc Abete e alla Guardia di Finanza per denunciare lo scempio economico in cui Cannarozzo e i suoi stavano facendo sprofondare la società. Ma tra urla e rimpalli, alla quinta rinuncia, la squadra gialloverde è stata definitivamente radiata dalla federazione siciliana e dopo 62 anni di storia, ha chiuso baracca e burattini. Se si considera che in tarda estate neanche le due altre piccole realtà di terza categoria non si sono iscritte, oggi Enna è l’unico capoluogo di provincia a non avere più il calcio a nessun livello.
“Sono tante le cose importanti che si sono perse a Enna, ma mai avremmo immaginato di subire anche la mortificazione di essere cancellati perfino dal calcio”. E’ quanto sostiene il Comitato promotore per i diritti dei cittadini che, nel sottolineare “la fine ingloriosa dell’Enna calcio”, pone un interrogativo: “Chi ha interesse a fare scomparire il calcio a Enna”? Una domanda che il Comitato cittadino pone “poiché senza attività sportiva – si legge in una nota – un pezzo storico della città, il campo sportivo Gaeta, rischia di scomparire e così anche un’oasi risparmiata dal cemento”. “Come è stato possibile –dice il coordinatore Gaetano Vicari- rimanere indifferenti per tanto tempo all’agonia di una gloriosa storica pagina dello sport ennese? A tutte queste domande qualcuno dovrà rispondere, e anche molto presto, perché a parte le giovanili, tra l’altro fino agli allievi, qua il calcio non esiste più”. Ed è brutto anche solo sentirlo dire.