"La tristezza di una città che viene rappresentata bene solo da Romafaschifo". Parola di Barbara Palombelli sul Foglio. Ecco l'articolo

Creato il 23 maggio 2014 da Romafaschifo
La conquista di Roma è assicurata. Grazie agli ingorghi mai visti che bloccano tutti i giorni la zona nord della città, alle gallerie bloccate da gennaio per un acquazzone e mai riparate, alla spazzatura che si accumula nelle strade e sui marciapiedi per essere dilaniata da gatti e topi, la marcia di Beppe Grillo nella capitale sarà una passeggiata. La voglia di dare una legnata al Pd e alla sua giunta in Campidoglio sarà fortissima e porterà molti alla diserzione o al voto grillino. Nei romani – non va sottovalutato – persiste un sentimento neroniano, la voglia di incendiare tutto, e poi di vedere l’effetto che fa. Dopo la notte da Vespa, dove si è presentato calmo, non volgare e molto rassicurante, il leader Cinque stelle affronterà venerdì la chiusura in piazza San Giovanni. Sarà un successo. Sento ovunque arrivare nuovi consensi: la cugina che votava Almirante e poi Berlusconi,  grillina e felice. Idem la cugina di stra-sinistra, convinta che soltanto dopo una scossa ci potremo ritrovare un Pd più di lotta e meno di chiacchiere. Roma grillina sarà la novità delle votazioni di domenica prossima.
La tristezza di una città che viene rappresentata bene solo dal sito Romafaschifo.com, che impazza su Facebook e su twitter, è l’argomento centrale delle conversazioni. Dalle residenze principesche fino ai mercati, c’è una strana e insolita unanimità nel giudicare impreparati i nuovi governanti. Lo sgomento che si ascolta si tradurrà in una colossale astensione e in una fortissima protesta che potrebbe consegnare uno strepitoso trionfo al Movimento cinque stelle. Intendiamoci: nessuno conosce nemmeno una riga dei programmi e delle intenzioni del comico genovese e dei suoi misteriosi e sconosciuti adepti. Non importa. Per come è ridotta la politica, i dettagli e le competenze ormai sono considerati fatti secondari. Si ha fastidio dell’esperienza di governo, si ritiene che chiunque venga da fuori – dal mondo delle professioni fino al precariato assoluto – sarà meglio di chi c’era prima. Il caso Roma smentisce clamorosamente questo assunto: persone che non conoscono la città faticano persino a orientarsi nel reticolato stradale e archeologico. Ma non importa. Li abbiamo eletti perché erano Nuovi. E dunque, stiamo per protestare contro noi stessi, contro le nostre stesse illusioni. I pochi che lo capiranno, forse, un minuto prima di entrare nella cabina elettorale, avranno un sussulto di serietà. Gli altri, e saranno tanti, firmeranno felici per una nuova condanna, per una nuova e costosa confusione.
di Barbara PalombelliDalla rubrica L'Osservatrice Romana de Il Foglio Quotidiano

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