La truffa dell’acqua privata: consumi meno? Bollette più alte

Creato il 06 giugno 2011 da Albertocapece

Se qualcuno avesse qualche dubbio sulla necessità del’acqua pubblica. Se per caso fosse ancora invischiato in quelle ingannevoli parole d’ordine di efficienza e razionalizzazione dietro cui si fa scudo l’affarone dell’acqua e della sua privatizzazione, non ha che da vedere cosa sta succedendo a Bologna.

La Hera  (Holding Energia Risorse Ambiente) che gestite l’Ato 5 comprendente tutta la provincia di Bologna, ha proposto un aumento delle tariffe per compensare il calo dei consumi. Straordinario: la Hera, azienda in concorso per le privatizzazioni future, aveva congegnato assieme all’Ato un tariffario complicato finalizzato non solo alla corretta gestione di risorse naturali ma anche a indurre le famiglie ad un minor consumo, premiandole dal punto di vista economico.

Adesso che le famiglie bolognesi si sono rivelate più attente  del previsto, risparmiando l’8% di acqua, ecco che tutte le belle e meravigliose filosofie sull’ambiente e sulla parsimonia dell’utilizzo di un bene prezioso come l’acqua, finiscono rapidamente nel cestino e si punisce proprio l’oculatezza aumentando le tariffe per compensare il calo dei consumi. La Hera chiede un aumento delle bollette del 4,5%.

E’ solo un assaggio, ancor più chiaro di ciò che è successo a Firenze,  di quello che ci attende nel momento in cui la privatizzazione dovesse diventare obbligatoria per legge e le società private non avessero più remore nel gestire l’acqua come una qualunque merce. Queste società sono interessate con tutta evidenza non ai risparmi e all’ambiente, ma solo a fare affari: che si consumi poco o in eccesso, non importa, che gli acquedotti perdano come colabrodi o siano ancora in buono stato, ha poca importanza, si tratta di variabili marginali. Occorre guadagnare comunque.

Questa è l’unica ed evidente realtà , la filigrana che compare quando i buoni propositi di facciata si rivelano poco vantaggiosi e spazza via il ragionamento per cui ai privati andrebbe solo la gestione mentre l’acqua rimarrebbe un bene comune e collettivo. I privati saranno i soli padroni, incuranti delle ragioni per cui ufficialmente dovrebbero subentrare al pubblico.  L’unica cosa che conta è il liquido, ma non si tratta dell’acqua.


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