La Turchia di Ernesto Gallo e Giovanni Biava

Creato il 27 ottobre 2012 da Istanbulavrupa

Ho trovato un articolo interessante su di una rivista online che parla d’Europa: scritto da due giovani analisti, esperti più di politica ed economia internazionale che di Turchia; ma l’articolo – sul futuro dei rapporti tra Europa e Turchia – è scritto bene ed è per molti aspetti condivisibile.

Almeno fino a quando i due autori, ex abrupto, si fanno imbeccare dalla stampa kemal-leghista: quei colleghi che – imbevuti di pregiudizi anti-islamici – stanno facendo dei danni incalcolabili, stanno creando una percezione fuorviante e ostile della Turchia in Italia e in tutto il cosiddetto ‘mondo occidentale’.

Scrivono infatti Ernesto Gallo e Giovanni Biava:

La tanto conclamata svolta a Est, una scelta che il ministro degli Esteri Davutoğlu ha spesso sottilmente negato, non ha prodotto molti frutti. L’Islam radicale è in ascesa anche in Turchia, e le sue credenziali democratiche sono messe in dubbio da un crescente numero di arresti di giornalisti (come testimoniato dai rapporti OSCE) e da relazioni su torture e maltrattamenti nelle carceri. Nessun Paese è campione di democrazia, ma è certo difficile pensare che la Turchia di oggi possa essere un modello per i Paesi arabi.

Chi lo ha stabilito che Davutoğlu ha imposto alla politica estera della Turchia una “svolta a Est” (ma quale svolta a Est: eppure Davutoğlu lo ha spiegato in mille modi e lingue in cosa consiste il suo approccio)?

Chi lo ha stabilito che la politica di Davutoğlu “non ha prodotto molti frutti” (di frutti, questa politica ne ha prodotti in quantità industriale: anche economici)?

Chi lo ha stabilito che “l’Islam radicale è in ascesa” (ma dove, in Turchia)?

Chi lo ho stabilito che le credenziali democratiche della Turchia “sono messe in dubbio” da giornalisti arrestati, da torture e maltrattamenti nelle carceri (nei fatti, come non mi stancherò mai di ripetere, la Turchia è impegnata in una transizione da autocrazia a democrazia: il processo non è semplice, ma la direzione a chi segue ciò che accade in Turchia è ben chiara)?

Ecco, non lo ha stabilito nessuno! Ma chi sta contribuendo a costruire questa percezione sballata sulla Turchia ha delle responsabilità gravissime.

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