Segnalo un interessante saggio di Sinan Ülgen appena pubblicato nei Carnegie Papers. Riassumendo il riassunto: la Turchia basa la sua sicurezza sulla Nato e non ha nessuna intenzione di produrre armamenti nucleari, neanche come risposta alla possibile atomica iraniana; sta però lanciando un ambizioso programma nucleare per produrre energia (è pressoché totalmente dipendente da importazioni energetiche, che hanno un’incidenza dirompente sulla bilancia dei pagamenti), è contraria a restrizioni negli scambi di materiali sensibili.