La Turchia, le elezioni del 2014, il presidenzialismo

Creato il 07 novembre 2012 da Istanbulavrupa

Ormai l’ingorgo elettorale è certo, visto che è fragorosamente fallito il tentativo di Erdoğan (non si sa bene se tradito da franchi tiratori del suo Akp o del Mhp, coi quali c’era un accordo) di anticipare all’autunno del 2013 le elezioni amministrative: si terranno invece come previsto nel marzo del 2014, pochi mesi prima le elezioni presidenziali in cui sarà candidato.

E ieri è arrivata la notizia scontatissima: la proposta ufficiale dell’Akp, in seno alla commissione che sta tentando di redigere una nuova costituzione, di istituire un sistema presidenziale all’americana. Io sono un convinto fautore del presidenzialismo all’americana, in più una recente riforma costituzionale ha introdotto in Turchia l’elezione a suffragio universale del presidente (per la prima volta, nel 2014): e non penso abbia alcuna possibilità di funzionare un sistema con le due più alte cariche – primo ministro e presidente – eletti più o meno direttamente dal popolo, il presidente formalmente sovrano ma privo di poteri particolarmente incisivi; tuttavia, in un sistema presidenziale i checks and balances sono fondamentali per tenere sotto controllo un potere ad altissima concentrazione: e per esprimere un giudizio di merito sensato, avrei prima necessità di capire com’è congegnata – almeno nelle intenzioni dell’Akp – tutta l’intelaiatura istituzionale e se i checks and balances esistono oppure no (stendo invece un velo pietoso sulla solita Ansa: che anche con l’ultimo lancio ha disinformato il lettore italiano – tra l’altro, come al solito scopiazzando – con le solite idiozie sul sultano, sul califfo neo-ottomano, sull’islamizzazione).

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