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La Turchia riscopre l’identità degli armeni (su Limes online)

Creato il 18 novembre 2013 da Istanbulavrupa

La Turchia riscopre l’identità degli armeni (su Limes online)Armeni cristiani, armeni musulmani. Una conferenza all’università del Bosforo di Istanbul, tenutasi dal 2 al 4 novembre, ha gettato luce, per la prima volta, su di una vicenda che in Turchia, per decenni, è stata solo sussurrata e considerata con sospetto: le sorti di chi scampò ai massacri di massa del 1915 – un genocidio, per larga parte della comunità degli storici – grazie alla conversione spontanea o forzata all’islam. Le stime parlano di 100 mila persone almeno; i discendenti, molti di più: qualcuno fa addirittura la cifra di 2 milioni, in Turchia soprattutto orientale e nella diaspora.

Ancor più delle altre comunità non musulmane, gli armeni – i sopravvissuti, “i resti della spada” – hanno conosciuto nella Turchia repubblicana discriminazioni, emarginazione e ostilità aperta da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Per i convertiti, solo silenzio: un silenzio imbarazzato, da parte di tutti.

Un silenzio rotto nel 2004 con la pubblicazione nel settimanale turco-armeno Agos di un articolo sulle origini armene di Sabiha Gökçen, celebre aviatrice – un’eroina nazionale – figlia adottiva di Atatürk, e del libro di Fethiye Çetin, Anneannem (Mia nonna), biografia di chi le rivelò prima di morire la sua conversione imposta, da bambina.

“Perché 90 anni di silenzio?” è stata una delle domande di fondo della conferenza di Istanbul, a cui hanno partecipato studiosi ma anche testimoni indiretti: i nipoti degli scampati del 1915, armeni “islamizzati” che hanno lungamente taciuto sulla propria identità o che l’hanno scoperta molto di recente. Un libro successivo dell’avvocato Çetin – Torunlar (Nipoti), scritto nel 2009 con la studiosa Ayşe Altınay Gül – ne ha raccolto le traumatizzanti storie, famigliari e personali.

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