Siamo ancora convinti di vivere nella parte di mondo sviluppata, nella parte di mondo civile, guardiamo con ironia ai selvaggi che ancora si crescono nudi in mezzo alle foreste, vivendo in capanne di fango, senza elettricità, senza mai aver letto un libro, senza mai aver potuto accedere alla cultura.
Ma i selvaggi, nelle foreste, quelli che vivono di caccia, quelli che ci sembrano così buffi e fuori dal tempo per le loro strane credenze, per tutti i loro riti così lontani dal nostro mondo, i selvaggi nelle foreste mai e poi mai arriverebbero a doversi svegliare un giorno trovandosi ovunque sotto agli occhi la brutalità, l’empietà, la perversione, l’immoralità, lo schifo, il disgusto, l’oscenità che noi uomini civilizzati quotidianamente fronteggiamo ed accettiamo.
Stesso discorso se sei ricco, stesso discorso se le tue idee non corrispondono a quelle che il tuo Paese vuole che tu abbia, e così per la tua religione, per la tua nazionalità, per il tuo orientamento sessuale, per i tuoi usi e costumi, l’elenco potrebbe andare avanti ancora ed ancora, sputando sulla carta dei diritti inviolabili dell’uomo che sempre noi, uomini civilizzati, abbiamo sentito il bisogno di stendere. Non loro. I selvaggi non hanno mai sentito il bisogno di qualche foglio per ricordarsi le regole basilari dei loro mondi.
Quei carabinieri stronzi che nel nostro Paese evoluto e civilizzato possono picchiare fino ad uccidere di una morte crudele, oscena e terribile un ragazzo, fermato per un po’ di droga. Possono ucciderlo e possono farla franca, perché loro sono la legge.
Sono la legge loro, che ti fermano sbronza e ti invitano a fare colazione insieme. Sono la legge i finanzieri, che ti incontrano nei locali chiedendoti di prendergli da bere con i loro soldi falsi perché tu sei una ragazza e non ti controllano.
In questo mondo ci sono io, i miei più grandi problemi degli ultimi giorni, che sono i miei generici problemi di tutti i santi giorni, sono stati, come al solito, i professori da rincorrere, gli esami che si accavallano, le moli di studio improvvisato ed i pensieri per la famiglia e per gli altri affetti.
In questo mondo ci sono io, che ho guardato con occhi sognanti al coraggio dei ragazzi turchi che si battevano in difesa dei loro alberi. Erano solo degli alberi, soltanto delle ridicole piante, probabilmente molti dei ragazzi che hanno protestato per loro neanche c’erano mai andati in quel parco, perché siamo ragazzi, perché anche se il mondo non ci vede così, noi siamo tutti uguali, siamo giovani uguali, abbiamo voglia di divertirci allo stesso modo, abbiamo voglia di sognare allo stesso modo, siamo tutti allo stesso modo terrificati a morte dal mondo che presto dovremo affrontare da soli.
Lui potrebbe essere quello con la faccia sfondata, senza più un occhio. Lei potrebbe essere quella della foto successiva, quella col cranio rotto contro la palizzata di ferro. Il loro sangue potrebbe essere quello dell’altra foto ancora, quello che inonda il cemento assieme a quello di molti altri ragazzi come loro. Ed il loro sangue potrebbe essere il nostro, ma il fatto è, che noi siamo un Paese civile, e da noi queste cose non succedono, dicono.
Written by Francesca Lettieri
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