Oggi il giornalista non fa la domanda, almeno noi non la sentiamo, e il politico interrogato non risponde ma cita, con una cantilena degna di un bambino di seconda elementare che recita a memoria una poesia di Rodari, una frase che si è pazientemente costruito in precedenza. Me li vedo: schiere di tecnici della comunicazione, consulenti, esperti di questa e quella materia arrovellarsi per studiare la prossima perla che ci elargirà la Lorenzin al microfono del Tg1. E l’effetto sarà quello voluto: l’appiattimento del dibattito, la morte del confronto, la noia mortale dell’elettore che, sfinito da tanta pochezza, piano piano spegnerà il cervello aspettando la pubblicità per una parola di conforto.
Luca Craia