Da anni evito le suddette come la peste: tanti episodi, ti affezioni, diventi ossessionato, vuoi subito vedere l’episodio successivo, ti riduci ad ebete difronte amici, parenti e conoscenti continuando a parlare di qualcosa che a loro probabilmente *sicuramente* non interessa con sguardo trasognato da fumatore di sostanze, urli contro lo schermo imprecando in lingue che non pensavi di conoscere e alle volte vorresti sterminare gli sceneggiatori o chiunque abbia preso parte alla tua rovina. Nonostante queste controindicazioni cedetti e scelsi una serie che avevo adocchiato da qualche tempo su YouTube causa i numerosi video delle fan che comparivano tra i consigliati. Feci una scelta che mi avrebbe travolto con le sue stagioni, che mi avrebbe distrutto nel profondo e che inevitabilmente mi avrebbe poi conquistato: io scelsi The Vampire Diaries.
Lo so, lo so amichetti puffolosi e morbidosi del web, i vampiri sono diventati talmente tanto mainstream e swag che è impossibile parlarne seriamente da quando nel 2008 un certo vegetariano è apparso sulla scena facendo crollare un personaggio, il vampiro, in piedi da anni nel mondo del cinema e celebre da molti di più nel mondo della letteratura. Più che il suo essere un quasi vegan, Edward Cullen ha smantellato il vecchio Drac con il suo modo di fare e la batosta si è trasformata presto in un kame hame ha decisivo con l’aggiunta della storia d’amore con in offerta un triangolo con un lupo mannaro palestrato; pensavo che TVD sarebbe stata una delusione simile, un polpettone romantico dove annulliamo nuovamente la tradizione noir del vampiro assetato di sangue in favore di una ragazzetta senza emozioni e dalla grande promiscuità. E probabilmente la mia idea ebbe una conferma proprio all’inizio della prima stagione, poi subito smentita.
Twilight di Stephanie Mayer esce nel 2005 mentre Il diario del vampiro (l’opera da cui è tratta la serie di TVD) esce nel 1991 dalla penna di Lisa Jane Smith: quindi ora chi ha copiato da chi? L’unica cosa che posso accettare come copiata da Twilight è il look generale (complice anche la scelta dello stesso doppiatore) di Paul Weasley, l’interprete di Stefan, una versione più palestra e meno “British” di Edward: onestamente parlando la trovo una scelta in parte giustificata dai tempi di uscita della serie-tv, infatti TVD debutta nel 2009 sulla reti americane, quindi un anno dopo il primo film dell’assassino di Bambi.
Tornando alla trama….
Ma la problematica da risolvere a livello di trama non è solo questa, non è solo la questione triangolo ma i suoi componenti. Potremo dire che in Twilight la scelta era tra un mortale Jake e un immortale Edward, quindi la scelta tra condurre una vita eterna con le sue difficoltà o una vita da umana tranquilla, ma qui la cosa si fa incandescente, sti due sono entrambi immortali quindi a chi donare il proprio amore:
oppure
A Elena la scelta finale che non risulterà tanto ovvia, sopratutto nelle prime stagioni. Gli episodi passeranno facendo crescere nello spettatore a seconda del suo favorito soddisfazione o rabbia repressa, tristezza o rivincita *e se avete intenzione di diventare fan di Damon, come del resto sono io, preparatevi a vederne delle belle in tutti i sensi*.
Senza poi dimenticare i personaggi di contorno: Bonnie la strega, Caroline l’amica superficiale bionda che … (non ve lo dico se no è spoiler), i magnifici Originali, che sono diventati tra l’altro, grazie al grande successo ottenuto nella serie principale, un serie televisiva a parte chiamata The Originals, Alaric e Lexi, i due migliori amici che tutti vorremmo, ed Enzo, l’amico che credo non vorremo avere, Matt, il giocatore di football con spina dorsale inclusa nella confezione, e Tyler, il ragazzo purosangue che … (non ve lo dico che se no è spoiler). Verranno versate lacrime da entrambe le parti dello schermo per un motivo o per un altro, per un personaggio secondario o per un protagonista e non ci si stancherà mai di rivedere certe scene, risentire certe frasi che trafiggono non appena le si sente e che chiunque vorrebbe fossero rivolte a lui o a lei. Certe morti, lo scegli-mangia-cancella di Damon, la vita da squartatore di Stefan e tante altre cose che non dico per non togliervi il gusto della scoperta diventeranno pane quotidiano per le vostre giornate. TVD è questo: una storia d’amore con tanti intrighi e personaggi, drammaticità, passione e sottile comicità e la sua bellezza risiede nel fatto che non tutto è costruito a mo’ di favola, non tutto luccica, non tutto è perfetto e questo lo spettatore lo imparerà apprezzando certi rapporti *e una certa coppia della quinta stagione*, scoprendo che la realtà con le sue difficoltà risplende più di ogni altra cosa su tutto, cosa che invece non è propriamente vera in Twilight dove i problemi si superano con delle modalità da favoletta della buona notte, dove tutto è bello, carino e profumato e dove la difficoltà principale è il cattivo stereotipato che non si redimerà mai stile Jafar; i cattivi in TVD ti sorprendono spesso e volentieri molto più dei buoni, perché anche loro hanno i loro motivi che non sempre sono propriamente sbagliati.
Comunque una delle grandi differenze con Twilight è che in The Vampire Diaries i vampiri rimangono, fatte rare eccezioni come Stefan, vampiri, giustamente assetati di sangue ma con qualcosa in più rispetto a dei semplici mostri. Diventare vampiro nel mondo di TVD non è una passeggiata di salute come non lo era in Twilight.I vampiri di Twilight
- con un morso trasmettono alla vittima il loro veleno, facendo si che esso diventi, a meno che non venga tolto il veleno messo in ciclo nel sangue, un vampiro neonato
- quando sono neonati sono più forti dei loro colleghi più anziani (con debite eccezioni)
- hanno una forza sovrumana e brillano come porporina alla luce del sole
- ottengono una volta divenuti immortali una grande bellezza che gli permette di attirare le loro prede
- per essere uccisi devono essere fatti a pezzi e bruciati (altro che paletto, argento e acquasanta)
- non dormono e non mangiano, infatti il cibo li disgusta
- provano odio e repulsione per i lupi, loro nemici naturali
- il colore dei loro occhi varia a seconda della loro nutrizione
- seguono le regole dei Volturi, i vampiri italiani cattivi di professione con il covo in Toscana, tra Chianti e funghi porcini *vestiti che mi chiedo ancora PERCHE’?*
- non possono tornare umani
- bere sangue animale non implica che siano meno forti dei loro simili che si nutrono di sangue umano
I vampiri The Vampire Diaries
- per diventare tali devono morire con il sangue di un vampiro in corpo e una volta resuscitati bere sangue umano - se durante la fase di transizione questo non avviene essi muoiono da semplici umani.
- sono più forti quando sono più anziani
- sono forti e veloci ma soffrono la luce del sole che fuggono in quanto li distruggerebbe - tale problema può essere ovviato tramite l’uso di particolari anelli forgiati da streghe
- rimangono perfettamente identici a quando sono stati trasformati - però possono trasformarsi in animali (anche se questa caratteristica è presente quasi esclusivamente solo nel libro)
- per essere uccisi devono essere trafitti con un paletto o qualcosa di legno
- mangiano e dormono come qualsiasi esseri umani
- un morso di un lupo è mortale per un vampiro
- sono indeboliti dalla magia e dall’uso della verbena
- derivano dagli originali, i primi della loro specie
- possono tornare ad essere umani
- possono usare la compulsione sugli umani, costringerli a fare o a dimenticare quello che vogliono
- una volta trasformati hanno due possibilità di vita: mantenere accese le loro emozioni da umani amplificate dalla loro nuova natura o spegnerle diventando meri esseri senza freni inibitori
Questi punti che ho elencato mostrano alcune analogie ma soprattutto delle differenze in particolare sulla caratterizzazione emotiva dei personaggi. Pensate poi a quante variazioni a livello di trama l’elemento della compulsione può facilmente procurare.
Consiglio ovviamente la visione e sicuramente non mancherò in futuro di parlare ancora di questa serie.