Salvo molti punti interrogativi, aggiungo io. Perché, ad esempio, le condizioni esterne favorevoli (prezzo del petrolio, euro debole, bassi tassi di interesse e congiuntura globale) non è affatto detto che rimangano tali.
La commissione scrive che all'aumento dell'inflazione - attesa all'1.8% nel 2016 - contribuirà anche l'aumento dell'IVA previsto nella legge di bilancio per salvaguardare il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.
Al riguardo giova segnale che le previsioni di finanza pubblica elaborate dalla Ue non considerano gli effetti derivanti dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il blocco della perequazione all'inflazione delle pensioni previsto nel "Salva Italia" del governo Monti (ne abbiamo parlato QUI e QUI). Secondo i numeri che circolano, la sentenza rischia di aprire una voragine nei conti pubblici che, in base alle stime, si quantifica tra i 10 e i 14 miliardi di euro.
Giacché le clausole di salvaguardia da disinnescare per il 2016 ammontano a circa 16 miliardi (che poterebbero variare sia in eccesso che in difetto, in relazione alla crescita economica), alla luce delle sentenza della Corte Costituzionale appare assai arduo evitare il prossimo aumento dell'Iva che, chiaramente, produrrà ulteriori effetti recessivi.