In più c’è anche un complesso di superiorità che impedisce alla titolare del dicastero di ammettere l’errore, una sindrome purtroppo diffusa in ambiente accademico e di scusarsi con i colleghi a cui ha venduto cifre sbagliate. Ma qui non siamo a lezione, siamo al governo del Paese ed è bene che tutti scendano dal pero. Compresi quei media che facendo professione di montilatria, tengono defilata la questione con tutta la sua gravità sociale, ma anche con le ombre che essa getta sulla qualità effettiva dell’esecutivo.
Alla cialtroneria abbiamo già dato e poco importa che quella di prima fosse persino surreale. Ma continuare a spacciare uova di lompo al prezzo del beluga, è davvero troppo.