La vacanza albano-calabbrona

Creato il 13 marzo 2011 da Effettoparadosso
 Mia mamma calabbrona che nulla può dire in tema di discriminazione e razzismo in quanto razzistata anche lei, perché terrona, finalmente a 65 anni può permettersi un primo viaggio esterofilo, lasciare il marito a casa, che non ama viaggiare, anzi lo aborra, e partire ad esplorare nuovi lidi. 
Meta: Sharm El Sheikh con sua figlia, mia sorella più piccola calabbrotta, il fidanzato albanese di mia sorella, genero albanese, la mamma albanese del genero albanese e la sorella albanese del genero albanese figlia della mamma albanese, insomma un’ammucchiata di albanesi.
Inoltre mia mamma è la prima volta che prende un aereo ed è la prima volta che vede la mamma albanese e la figlia albanese. Quando ho saputo di questo viaggio mi si sono strabuzzati gli occhi. Chissà cosa combineranno questo gruppo di discriminati, questa ammucchiata albanese con due terrone del nord-Africa. Mah! Così partono. Per sette giorni poche notizie telegrafiche, due sms: qui stiamo tutti bene, mamma sta bene e si diverte.
Papiri, narghilè, borsa in pelle con disegnate teste di sfinge dorate, creme antidolorifiche, tisane varie per il cuore, per l’intestino, per il mal di testa , radici che messe a mollo in un contenitore allontanano le zanzare, piccole anfore di vetro con sabbia colorata che riproducono dune e cammelli, ecco mia madre al rientro con il suo bagaglio di gadget.
Io ho potuto scegliere tra tutti questi gadget, e menomale, tremo ogni volta che mia mamma torna da un viaggio, ed ho scelto il meno peggio: anfora di vetro con tanto di duna e cammello. Ormai ho una bacheca kitch con tutti i gadget dei suoi viaggi, da quello spirituale, bottiglietta di vetro con acqua miracolosa di Lourdes, e sono riuscita ad evitare, facendole tenere il muso per un giorno intero il braccialetto con i riquadri di non so quali e quanti santi che lei porta sempre al polso, a quello blasfemo, palla di vetro con dentro racchiuso il duomo di Palermo e la neve che si agita ad ogni sussulto anche in un posto dove non nevica neanche a gennaio.
Fa tenerezza l’entusiasmo di mia madre e le tasche vuote di un’adolescente che ha dovuto chiedere in prestito dei soldi per ritornarsene in terronia: uhh…se lo sapesse tuo padre, però gli ho comprato un portafogli in pelle e una maglietta, sennò non mi manda più, devi vedere che buon cotone hanno lì”. Ehh...me lo immagino mio padre con la maglietta di buon cotone e le scritte arabe al tavolino del bar con i suoi amici a giocare a briscola e tressette in uN piccolo paese terronico.
Insomma, la calabbrona, ha apprezzato tutto di questo viaggio esterofilo. Mamma ma dicono che questi albanesi siano dei delinquenti? La butto là in maniera provocatoria.  Quando mia sorella ha annunciato il suo fidanzamento con un ragazzo albanese tutti ci siamo un po’ impensieriti, forse per i fatti che ci raccontano in televisione e per la paura che tendono ad inculcarci.
Eravamo a tavola, mia sorella calabrotta era un po’ preoccupata di come l’avrebbero presa i nostri genitori, voleva dirglielo e allora scherzando abbiamo prospettato il peggio del peggio, ovvero un fidanzato nero, così avrebbero apprezzato il fidanzato albanese, almeno era bianco. Quando glielo abbiamo detto mia madre si è sbiancata lei, ma non abbiamo retto tanto ci siamo messe a ridere, allora l’abbiamo buttata sul difetto fisico: si bianco ma con gli occhi storti, anzi zoppo. Alla fine mia sorella ha confessato e con nostro stupore mia madre non si è per niente scandalizzata. Tra discriminati ci si capisce.  E’ brava gente” fu il commento d’allora, “E’ brava gente, mi sono trovata molto bene, sua madre non parla italiano ma si è fatta capire benissimo, è gente come noi”, è il commento di ora. Come noi calabresi, vuoi dire mamma? Certo. Ah… beh…, fra terroni ci si capisce, vallo a raccontare al nord. E’ come da noi, ci sono i delinquenti e ci sono le brave persone”. Vuoi dire da noi nella Calabria n’drangtosa? Oh…tu sempre con questa politica, questa n'drangta.
Intanto squilla il telefono, capisco che dall’altro capo c’è la sorella albanese del fidanzato albanese di mia sorella calabbrotta.  Mia madre trasforma il suo viso in una posa fotografica, ha sempre questa espressione quando vuole fare bella figura anche se non sono presenti i presenti e abbozza addirittura un ostentato italiano, stile calabbrese ovviamente, qualche parola mia mamma la sbaglia e in questo non c’è molto divario con la famiglia albanese. Si risalutano: mamma albanese, figlia albanese, suocera calabbrona, genero albanese mentre mia sorella calabbrotta ormai spossata commenta: “ vi siete lasciati da un solo giorno e già vi cercate ”?
Insomma, le due culture si sono conosciute ed integrate e si preannuncia un favoloso gemellaggio Calabbria-Albania.

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