la valigia di cartone

Da Sushit

Disfare la voglia di mare prima di ripartire, ricominciare a scrivere a ritmo regolare, rifare le valigie incastrando qua e là qualche vecchia sensazione tra una mutanda e la rugosità di un pantalone. E Caronte avrà le sembianze di un controllore e dovrà traghettare questo ennesimo figlio di Dante controllando il biglietto per sapere qual è la destinazione. E in questa valigia di cartone, con l’adesivo del meridione, metto ancora una volta quelle cose che per un periodo mi mancheranno ma che saranno sempre utili ogni qual volta ci sarà bisogno di ispirazione, che poi è come nell’apnea dove prima dell’immersione serve una riserva di inspirazione. Quindi metto dentro le varie etnie di verde-albero che si mescolano sulle colline che circondano il mio balcone; le nocciole e i maestri che le trasformano in torrone. Metto dentro le campane, le sagre paesane, i discorsi fatti col mio cane, le signore anziane e i merletti delle loro sottane e quando saluti queste donne senti che si domandano: “questo a chi appartiene”. Faccio spazio nella valigia ad un monte dove ci sono i monaci, le pale di una Madonna e oggi anche le antenne; aggiungo un paese che in realtà è un presepe perenne. Poi le canotte sudate sui campetti e i pipistrelli, perché nel posto dove vivo io ci sono ancora gli insetti, perché nel posto dove vivo io ci sono ancora i fiori e questo vuol dire che ci saranno i frutti. Nella valigia di cartone metto una “tresponde” e un “tresette” imparato nei peggiori bar con dei signori seppur farabutti. E ci metto tutte le maschere che dovrò indossare per essere un uomo normale e quando sono solo posso mostrare chi sono. Ci metto la terra tremante e la pioggia battente, un paio di bar dove va il loop delle stesse frasi con la stesse gente; metto anche tutte le volte che ho detto che lì non c’era niente. E con la ricetta segreta della margherita, un po’ di vernice sulle dita, in uno spazietto più protetto completo con un pacchetto dei pilastri di questa vita: due radici grandi, una libellula ballerina, una mela con gli occhi verdi e un paio di stelle sorridenti.


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