Nella scuola la verifica delle competenze viene considerata dall'alunno talvolta come un premio (o una punizione) oppure come uno strumento di classifica della "bravura" dei candidati, e si guarda meno al significato pedagogico.
Il rischio è quello di far passare in sottordine il senso vero della verifica, che è elemento imprescindibile nel processo di apprendimento.
Nella scuola odierna, in cui è in aumento il numero di alunni stranieri, la valutazione delle alunne e degli alunni non italiani va pensata all'interno del percorso di accoglienza.
Il carattere della valutazione è prevalentemente di tipo orientativo e formativo, ed è finalizzato alla promozione della persona nell'interezza della sua storia e del suo progetto di vita.
La prima fase è quella della valutazione in ingresso.
Questa valutazione iniziale coincide per gli alunni stranieri neoarrivati con la prima fase dell’accoglienza che vede i docenti impegnati nella rilevazione delle competenze in ingresso attraverso diverse azioni, quali: -colloqui con i familiari e l'alunno/a ,
-esame documentazione scolastica del paese di origine,
-somministrazione prove oggettive di ingresso non solo per quanto riguarda la L1 e la lingua italiana ma anche per altre discipline, e prevedendo, li dove fosse ritenuto necessario, l’intervento di esperti in mediazione linguistica e culturale.
Durante l'anno scolastico si passa poi a valutazioni in itinere, destinate a valutare l'andamento dell'apprendimento dell'alunno e contemporaneamente anche il processo didattico degli insegnanti, prendendo consapevolezza degli obiettivi non ancora raggiunti, e gli sforzi da compiere.
In fine una riflessione va fatta anche sulle valutazioni finali.
Nel caso degli alunni stranieri, La valutazione può essere espressa, considerando il fatto che l’alunno si trova nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana, riportando nel documento una motivazione riferita a quanto contenuto nel Piano di Studio Personalizzato dell'alunno straniero, dal momento che deve imparare l'italiano come L2, e che le altre discipline sono legate al fatto di dover conoscere la lingua italiana per poter studiare testi scritti in italiano.
Questo ci fa comprendere quanto l'apprendimento della lingua (L2) sia considerata importante (e fondamentale) per l'integrazione sociale, che si basa sui rapporti di comunicazione tra gli individui.
Nei miei saggi, che potete leggere in formato e-book ai seguenti link:
-Conflitto tra genitori e figli, la crisi del dialogo nella famiglia contemporanea;
-Crisi del dialogo in famiglia e disagio giovanile.
Tratto proprio il tema della incomunicabilità ai giorni nostri tra giovani e adulti (in modo particolare tra genitori e figli). Questa situazione genera nei giovani un forte senso di disagio, che viene definito come "disagio giovanile", e che porta a conseguenze spesso terribili come la depressione, l'alcolismo e la tossicodipendenza.