SOTTO L’ANTICO BALCONE UN NIDO ASPETTAVA IL RITORNO DELLA RONDINE. TORNO’ SOLA QUELL’ANNO, IL SUO COMPAGNO ERA FINITO NELLE MAGLIE DELLA RETE, CHE L’UOMO AVEVA TESO. LO AVEVA VISTO DIBBATTERSI, POI SFINITO SI ERA ARRESO, LEI LO AVEVA VISTO, NASCOSTA TRA LE FOGLIE DEL GRANDE ALBERO. NON AVEVA POTUTO FAR NULLA ED ERA RIMASTA SOLA.
ORA IL NIDO OSPITAVA SOLO LEI, NON AVEVA ACCETTATO UN ALTRO COMPAGNO. IL SUO NIDO ERA SILENZIOSO, NESSUN PIGOLIO, NESSUN MOVIMENTO. LA RONDINE SI SENTIVA TRISTE E STANCA E SOPRATUTTO INUTILE. USCIVA LA MATTINA PRESTO PER CERCARE UN PO DI CIBO E POI NON METTEVA PIU’ IL BECCO FUORI. QUELL’ANNO UNA GIOVANE COPPIA COSTRUI’ IL NIDO ACCANTO AL SUO.
DOPO NACQUERO I RONDININI. SENTIVA IL LORO PIGOLIO, VEDEVA I GENITORI VOLARE VIA, IN CERCA DI VERMETTI, DI MOLLICHINE DA DARE AI PICCOLI. LEI SI SENTIVA SEMPRE PIU’ TRISTE. FRA I RONDINI, IL PIU’ PICCOLO, AVEVA QUALCHE DIFFICOLTA’. ERA PIU’ DEBOLE E I FRA-TELLI LO ALLONTANAVANO, POVERO CUCCIOLETTO, NON RIUSCIVA A MANGIARE TANTO.
UN GIORNO CHE I FRATELLI ERANO PIU’ AFFAMATI DEL SOLITO, TANTO SI AGITARONO CHE LO FECERO CADERE DAL NIDO. IL RONDININO NON SAPEVA ANCORA VOLARE, RIMASE GIU’ E NON SAPEVA CHE FARE. C’ERA IL SOLE MA LUI SENTIVA FREDDO, SI MISE A PIGOLARE. LA VECCHIA RONDINE ERA ANDATA A CERCARE CIBO E RIENTRANDO VIDE IL PICCOLINO. “COME MAI SEI FINITO QUA’ GIU’? ” CHIESE. “I MIEI FRATELLI, SAI NON C’E’ TANTO POSTO E LORO SONO PIU’ FORTI”. LA RONDINE LO GUARDO’ E DECISE CHE ERA VENUTO IL MOMENTO DI ESSERE UTILE A QUALCUNO. COL BECCO, MOLTO DELICATAMENTE, AFFERRO’ IL PICCOLINO PER UNA ALUCCIA E PIANO PIANO LO PORTO’ NEL SUO NIDO. LO SISTEMO’ E VOLO’ VIA, DOVEVA TROVARE QUALCOSA DA MANGIARE. TORNO’ CON DEI VERMETTI E LA PICCOLA RONDININA MANGIO’.
LA RONDINE AVEVA UN BEL DA FARE, TUTTO IL GIORNO IN GIRO IN CERCA DI CIBO. LA SERA SI SENTIVA TANTO STANCA, MA ANCHE FELICE. LA RONDININA SI FECE BELLA, LE PIUME SPUNTARONO LUCIDE E BELLE. LA RONDINE CAPI’ CHE IL TEMPO ERA PASSATO E CHE IL MOMENTO TEMUTO STAVA ARRIVANDO. ERA ORMAI PRONTO PER INTRAPRENDERE IL CAMMINO DA SOLO. COSI’ LA GIOVANE RONDINE SALUTO’ LA MAMMA ADOTTIVA, LA RINGRAZIO’ E SPICCO’ IL VOLO. LA VIDE ANDARE IN ALTO, VOLTEGGIARE, TORNARE, FARE GIRI INTORNO E LA SENTIVA GARRIRE FELICE. LA GIOVANE RONDINE SALUTAVA LA VECCHIA E BUONA RONDINE. POI VOLO’ LONTANA E NON LA VIDE PIU’. ORMAI ERA IL TEMPO DELLA MIGRAZIONE, AVREBBE TROVATO UN COMPAGNO E AVREBBE CONTINUATO IL CAMMINO IN COMPAGNIA. LA VECCHIA RONDINE SI SENTIVA STANCA, ENTRO’ NEL NIDO. SI SENTIVA FELICE, ANCHE SE VECCHIA ERA RIUSCITA A FAR CRESCERE UNA RONDININA, ERA RIUSCITA A FARLA VOLARE. SI SENTIVA DAVVERO CONTENTA ERA STATA UTILE, AVEVA FATTO ANCORA QUALCOSA DI BELLO. CHE STANCHEZZA. APPOGGIO’ IL CAPO E SI COPRI’ CON L’ALA, COME SE NON VOLESSE ESSERE VISTA. SI ADDORMENTO’ E NON SI SVEGLIO’ PIU’. L’ALA NASCONDEVA UNA LACRIMA DI FELICITA’.
OGGI LA VECCHIA RONDINE VOLA FELICE NEI CIELI AZZURRI DELL’ETERNITA’.
Sono giorni che ci penso, oggi mi sono decisa a scriverla. I vecchi sono sempre utili, senza di loro non ci saremmo noi e senza di loro i bimbi come farebbero? Un nonno, una nonna, una zia o anche una amica sono preziosi per la vita di tutti. Per i consigli,per la saggezza, per la bonta’ e per la pazienza. Noi vecchi possiamo dare tanto, dobbiamo averne l’opportunità. Amiamo i vecchi e loro ci daran un sorriso e tanto amore.
Grazie per l’ospitalità, ho scritto questo racconto dopo aver trovato una rondine morta, sicuramente vecchia, caduta dal nido, nel cortile della mia casa in campagna. Nonna Tina