La vecchiaia è una malattia?

Creato il 20 giugno 2015 da Lasfinge
20/06/2015
Non si ferma la mitica ricerca del magico elisir di lunga vita: una leggenda ed un sogno dell'umanità fin dai suoi albori, da quando cioè la mente umana è riuscita ad oltrepassare i limiti dell'esistenza fisica e ad immaginarsi l'eterno e l'infinito... ma la scienza nel frattempo ha individuato stili di vita e farmaci capaci di ritardare l'invecchiamento e di questi ultimi ne pretende il riconoscimento come farmaci appunto, da parte di quelle agenzie ed enti che normalmente finanziano la ricerca.
La questione è controversa: infatti il riconoscimento delle sostanze proposte per ritardare l'invecchiamento nella categoria dei farmaci equivale alla assimilazione dell'invecchiamento come condizione di malattia, visto che i farmaci servono appunto a curare le malattie.
L'argomento viene affrontato in un recente articolo pubblicato su Nature in vista del prossimo incontro, previsto per il 24 giugno, tra i ricercatori e le autorità statunitensi della Food and Drug Administration proprio su questo tema.
Le argomentazioni degli studiosi partono dalla considerazione che la vecchiaia si accompagna ad una molteplicità di condizioni morbose, sicché dopo averne curata una, la persona finisce per morire a causa di un'altra  malattia: a questo punto, sostengono gli studiosi, tanto vale curare il male alla radice, vale a dire la vecchiaia per se stessa!
La cosa, come si comprende, riveste rilevanza ai fini del finanziamento e quindi per la possibilità concreta di svolgere ricerche orientate in questo senso.
La richiesta è motivata da un progetto di studio di Nir Barzilai e coll. presso l'Albert Einstein College of Medicine di New York: si tratta di valutare l'efficacia sulla durata della vita della metformina su pazienti già seguiti per diverse affezioni come cancro, cardiopatie e declino mentale. Naturalmente non potranno essere arruolati nello studio i pazienti diabetici che assumono il farmaco per controllare la glicemia: la metformina infatti è un ipoglicemizzante orale ed il substrato razionale della sperimentazione è fondato sulla sua influenza sui livelli e sulla sensibilità all'insulina.
La modulazione dell'azione insulinica in realtà,  è anche un effetto del digiuno intermittente e delle restrizioni dietetiche: si tratterebbe quindi di qualcosa che va a ripercorrere alcuni dei meccanismi fisiologici che  migliorano la longevità e la salute.
Per quanto riguarda la metformina si tratta di un farmaco già ben collaudato e sicuro, che, stando ai dati di alcune ricerche, sembra avere ritardato il declino cognitivo, il cancro, le cardiopatie ed il deterioramento intellettivo nei pazienti diabetici che ne facevano uso.
Esistono comunque diversi altri principi attivi candidabili ad essere sperimentati per la loro eventuale azione sulla longevità, benché al momento la metformina sembri quello maggiormente affidabile per la sicurezza. La domanda che resta è: dovremo davvero considerare la vecchiaia una malattia?

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