La vedova scalza di Salvatore Niffoi

Da Monika
Titolo: La vedova scalza
Autore: Salvatore Niffoi
Editore: Adelfi

Collana: Fabula
Edito:2006
Prezzo: € 16,00












Ascolta l'incipit su :
http://www.radioalt.it/radioalt/spaziolibri.asp?id=391&cat=7


Biografia: È stato insegnante di scuola media fino al 2006. Vive a Orani, piccolo centro della Barbagia in provincia di Nuoro. Si è laureato in lettere a Roma nel 1976
Trama: «Me lo portarono a casa un mattino di luglio, spoiolato e smembrato a colpi di scure come un maiale ... Lo stesi sul tavolo di granito del cortile, quello che usavamo per le feste grandi, e lo lavai col getto della pompa ... Pthù! Maledetti siano quelli che gli hanno squarciato il petto per strappargli il cuore con le mani e prenderlo a calci come una palla di stracci!». Così, con questa visione di una «pietà» barbaricina, comincia il racconto di Mintonia Savuccu, un racconto che viene da lontano, scritto a caldo per non dimenticare e per attutire il dolore, e inviato dall’Argentina, all’approssimarsi della morte, alla nipote rimasta al paese. Sin dalla prima pagina il lettore si trova immerso in un mondo arcaico e feroce, quello della Barbagia fra le due guerre. È qui che Mintonia e Micheddu si conoscono e si amano con l’urgenza prepotente ed esclusiva che è propria degli amori infantili. E continueranno ad amarsi anche quando Micheddu dovrà darsi alla macchia, anche quando Mintonia, «femmina malasortata», dovrà vederlo solo di nascosto e passare ore di angoscia a pensarlo braccato. Perfino quando le diranno che Micheddu ha fatto un figlio a un’altra donna. Il giorno in cui glielo uccideranno a tradimento Mintonia deciderà di lasciare quel paese maledetto, di andarsene altrove. Prima, però, compirà la sua vendetta: la morte di Micheddu non può restare impunita.Commento: Una narrazione fatta a denti stretti, sin dalle prime pagine. L'ambiente descritto è feroce e arcaico, sopravvivere non è la priorità di questi personaggi, la loro priorità è rimanere fedeli a se stessi.
Il periodo storico descritto è quello fascista, periodo in cui la Sardegna ha particolarmente sofferto perché la sua identità veniva costantemente violata.
In quel periodo lo sviluppo economico si è concentrato soprattutto sull'industria che in Sardegna non ha mai avuto ragione di esistere, e tutto questo a discapito di chi lavorava la terra e allevava il bestiame.
La miseria era dilagante, gli animi delusi e incattiviti.
Ci si scannava per nulla e non perché noi Sardi siamo o eravamo più bestie degli altri, ma perché la situazione era insostenibile.
Un mondo si stava sgretolando, le sue leggi non scritte erano messe in discussione da uno Stato che non dava niente ma voleva molto, tutto.
CultBook: La vedova scalza Estratto da La vedova scalza :):):):):)

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