Da qualche tempo Rocco non fa che pensare a una frase che lo tormenta e non lo fa dormire: “non chiamare mai felice un uomo prima di averlo visto morire”. L’aveva letta tanti anni prima in un libro di scuola e ogni tanto gli viene in mente senza apparente motivo. “Non chiamare mai felice un uomo…” Forse, pensa, non ha veramente mai colto il senso di quelle parole…
Adesso vive sotto un massiccio ponte con due grossi piloni piantati nell’acqua con forza quasi a offendere il fiume. Un ponte di cui non conosce nemmeno il nome. Ci dorme sotto da tanto tempo e conosce per filo e per segno tutte le fessure di quelle pietre, i trasudamenti e quelle scritte assurde.
Quel giorno sembra essere diverso da tutti gli altri e, mentre cammina tra i vicoli intorno a piazza del Duomo, vede una foto su un manifesto incollato al muro.
Non ci può credere… E’ proprio lui! La stessa faccia tonda e piatta di cinquant’anni prima, lo stesso sguardo altezzoso, schifato del mondo intero… Sì è lui, non ci sono dubbi… Ha solo meno capelli e sono quasi tutti bianchi, ma la faccia è la stessa.
Un pianto di rabbia quasi soffoca Rocco che ora ha di nuovo una ragione per vivere…
Marco Vichi, scrittore fiorentino e sceneggiatore sia televisivo che teatrale, è l’ideatore della serie del commissario Bordelli e di altri fortunati romanzi di ambientazione fiorentina.
La Firenze de La vendetta è una Firenze oscura e sudicia in cui i barboni razzolano avanzi nell’immondizia vivendo nella miseria.
Vichi racconta il disperato gelo dell’anima e, scrivendo, lascia cadere i fatti e le sensazioni, una goccia dopo l’altra, scavando la pietra. Ha il dono di una scrittura pungente, spietata, dolorosa. Il dolore, la passione, la collera, l’ira sono compressi: tutto è concentrato fino all’esplosione.
Twitter:@marcoliber
Marco Vichi
La vendetta
Guanda
2012