La vera resa dei conti di ‘maison’ Le Pen

Creato il 10 aprile 2015 da Jackfide


Dopo le dichiarazioni di papà Le Pen sulle camere a gas, il patron d’onore del Front National si trova isolato all’interno del partito. E Marine pone il proprio veto sulla candidatura del padre per le regionali. Ma ad inasprire il conflitto in ‘famiglia’ ci aveva già pensato il dobermann di Jean – Marie


Arcades ambo. Due tigri non possono condividere la stessa montagna. E sulle cime dell’estrema destra francese sembra che l’après départementales abbia aperto una crisi senza precedenti all’interno del Front National di Marine Le Pen, che all’indomani di un secondo di elezioni concluso a mani vuoti dovrà fare i conti con il profilarsi di un conflitto interno che non non sarà privo di conseguenze.

A priori, sembra che lo scontro all’ultimo sangue sia l’unica alternativa per risolvere la guerra in famiglia che vede coinvolti il Presidente onorario Jean – Marie e la figlia Marine, attuale leader del partito. A maggior ragione, quest’ultima avrebbe espresso in un comunicato rilasciato ieri pomeriggio la propria opposizione alla candidatura del padre come capolista in Provenza – Costa Azzurra in vista delle elezioni regionali che avranno luogo il prossimo dicembre.

Dal punto di vista famigliare, è opportuno ridivenire all’autunno scorso per comprendere una delle ragioni che probabilmente ha causato la rottura dei rapporti personali tra le due generazioni Le Pen: quando Marine decise di fare le proprie valigie per lasciare casa, beninteso che non si trattava di una fuga d’indipendenza della maggiore età. Casus belli, il motivo era allora ben più grave di un semplice litigio padre – figlia, visto che il dobermann di Jean-Marie aveva sbranato il gatto bengala di Marine; una situazione che l’esperto di comunicazione Lionel Benatia ha opportunatamente analizzato con il canonico conflitto ‘cane-gatto’, che è possibile in parte riprendere.

Seguendo tale allegoria, il dobermann di “Jean – Marie” simbolizzerebbe il passato del Front National, id est i rigurgiti di un partito costruito sulla base del gruppo neofascista conosciuto con la sigla Ordre Nouveau, che tra le proprie schiere vantava ai tempi la presenza di Victor Barthélémy, diretto collaboratore del maresciallo Pétain sotto il regime di Vichy. processato e condannato al carcere durante la Liberazione. Allo stesso tempo, Monsieur Le Pen e il suo dobermann incarnano le derive violente dell’organizzazione Troisieme Voie e dei gruppi di skinhead legati alla figura di Sergey Ayoub – detto ‘Bastkin’ – implicati nell’omicidio del militante di estrema sinistra Clément Méric, ucciso con un tirapugni il 5 giugno 2013.

Di converso, secondo Benatia, la gatta di Marine rappresenterebbe il desiderio di istituzionalizzare il Front National, attraverso la costruzione di un organigramma diretto da alti funzionari, come Florian Philippot; un’evoluzione da movimento nazionalista xenofobo a partito dal patriottismo irriducibile, che in qualche modo vede lo schieramento frontista collocarsi contro l’Europa liberale e in favore dell’uscita dall’Euro. Una strategia di comunicazione che finora sta ripagando gli sforzi della coalizione “Bleu Marine”, che nell’ultimo lustro ha avuto modo di uscire dal raggio della minoranza estremista, affermando il proprio consenso in tutta la Francia e mettendo socialisti da una parte e conservatori dall’altra di fronte al tripartitismo compiuto. Al punto tale che gli ultimi sondaggi prevedono un possibile trionfo del Front National al primo turno delle presidenziali del 2017 con il 30 % dei consensi.

Progressi e panegirici che non toccano l’animo ferventemente pétainista del dobermann Jean – Marie, che in un’intervista rilasciata il 2 aprile all’emittente radiofonica RMC, dove ha cercato come da suo repertorio di riabilitare la figura storica del maresciallo ‘Précis le Sec’, torna a definire le camere a gas naziste come un dettaglio della storia della seconda guerra mondiale, facendo venire a galla una delle principali spaccature che lo vede contrapposto alle posizioni della figlia, ovvero l’antisemitismo. Del resto, dopo i numerosi interventi pubblici di Marine in difesa delle comunità ebraiche del Paese, intensificati all’indomani dei sanguinari attentati di Parigi del 7 – 8 gennaio, le derive antisemite del padre ottantasettenne gettano pubblicamente fango sui tanti sforzi prodigati negli ultimi anni per riqualificare l’immagine del partito. Tanto è vero che diversi esponenti della nomenclatura frontista hanno, uno ad uno, preso le proprie distanze dalle frasi pronunciate da Monsieur Le Pen alla radio. Uno di questi è il vice – presidente FN, Louis Aliot, che in un tweet postato l’otto aprile definisce scandalose le parole del fondatore del partito, circoscrivendole come irriconciliabili con i valori del resto del movimento. Lo stesso Florian Philippot parla di una rottura totale e definitiva con le posizioni di Le Pen padre.

Ma i deliri del patron d’onore del Front National straripati durante l’intervista non hanno risparmiato gli oppositori politici, prendendo in particolare di mira il primo ministro Manuel Valls, apostrofato da Jean – Marie come un ‘immigrato’ per il semplice fatto di essere nato in Spagna da padre catalano e madre svizzera. << Qual è il vero attaccamento di questo immigrato verso la Francia? >> rincara Jean – Marie. Come se trent’anni trascorsi a Parigi e la cittadinanza francese non bastassero a vidimare gli effetti di Valls all’Hôtel Matignon (residenza ministeriale).

Nell’adozione di una personale tattica della terra bruciata, che lo vede a questo punto remare contro il suo stesso schieramento, Monsieur Le Pen ha capito di trovarsi di fronte ad un punto di non ritorno, prossimo dall’essere isolato e messo all’angolo dalle sue proprie truppe. Sensazioni tra l’altro riscontrate nella sua ultima dichiarazione, dove rivela di aver sempre saputo che il suo destino sarebbe stato quello di essere pugnalato dalla propria figlia.

Del resto, quale migliore occasione per Marine di vendicare la propria gatta bengala brutalmente uccisa dal cane del padre? Come asseriva Mark Twain, “una delle principali differenze tra un gatto e una bugia è che il gatto ha soltanto nove vite”. Di fronte al suicidio politico compiuto da Monsieur Le Pen non sembrano esserci altre alternative che l’esclusione dallo stesso partito di cui è stato fondatore nel 1972; i tempi sono cambiati e per il leader frontista Marine potrebbe presentarsi  l’opportunità di dare vita ad un nuovo corso nella storia del suo partito.

Articolo pubblicato per
Tribuna Italia



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