L'Ucronista Anonimo racconta questa foto così:
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Ve lo ricordate vero? La gloriosa missione Apollo 11, il primo uomo a mettere piede sulla superficie lunare, l'emozione di quelle trasmissioni televisive in bianco e nero sgranatissime e la sensazione di assistere a uno di quei momenti in cui si fanno la Storia. Oppure siete nati dopo, non c'eravate o eravate troppo piccoli nel 1969 per ricordarvene e avete vissuto questo momento di riflesso nelle trasmissioni dedicate allo spazio o negli anniversari successivi.
In ogni caso l'epopea sfiorita di Cape Canaveral e delle missioni Apollo fanno parte della vostra memoria e in senso più grande, della memoria collettiva del nostro pianeta. Magie della televisione e uno dei primi eventi veramente mediatici. Anche questa è Storia.
Conosciamo tutti i nomi di Aldrin, Armstrong e Collins e la frase che Neil Armstrong pronunciò nel mettere piede sul suolo lunare (“That's one small step for [a] man, a giant leap for mankind”).
Vi ricordate anche di Matthew Vitavuohri? O lo avete rimosso anche voi?
Metà americano, metà finlandese. Specialista di missione veterano di tutto il programma Apollo. Entrato nella NASA all'inizio del programma Gemini. Una carriera tanto oscura quanto importante, all'ombra dei tanti personaggi eternati dalla televisione. Vitavuohri fu licenziato a marzo del 1969, buttato fuori con un calcio nel sedere per un piccolo scherzo.
Negli ultimi test dell'equipaggiamento, condotti dalla NASA presso una delle piscine speciali del complesso di Cape Canaveral, Buzz Aldrin aprì il contenitore etichettato A11-OG-001. La sigla, inutilmente complicata come tutto il materiale venduto alla NASA, stava per Apollo 11 (A11), Old glory (Vecchia gloria, soprannome per la bandiera americana), il progressivo voleva simboleggiare la prima bandiera esposta sul nostro satellite. Dentro il tubo di plastica Aldrin trovò una bandiera.
Finlandese.
Tre ore dopo Matthew Vitavuohri stava raccogliendo le sue cose, scortato a vista da due duri dell'FBI. Licenziato in tronco e messo sotto inchiesta per un piccolo scherzo. Una colossale ingiustizia. Aldrin e tutto il personale di servizio si erano sbellicati dal ridere. Grosso errore fare arrabbiare un finlandese, specialmente quando conosce come le sue tasche l'intero complesso di lancio. J. Edgar Hoover poteva buttarlo fuori, metterlo sotto inchiesta. Non impedirgli di farsi giustizia da solo.
Il 21 luglio 1969 Neil Armstrong stava lottando per aprire il contenitore A11-OG-001. I guanti erano diventati più rigidi per le temperature estreme della superficie lunare e la stanchezza dei giorni di missione cominciava a farsi sentire. Poco lontano Aldrin stava controllando una delle apparecchiature di ripresa. Finalmente il tappo cedette e il capo missione poté estrarre la bandiera.
Adesso ricordate? È una frase leggendaria.
«Houston, Tranquility base here. We got a problem...»
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Ma in un altro universo le cose sono andate diversamente... è l'universo in cui la Finlandia è l'unica vera superpotenza mondiale.
Presto saprete...