Pubblicato da Andrea V.
Cari lettori,
Javier Cercas non ha bisogno di grandi presentazioni: è una delle voci più rappresentative della letteratura spagnola contemporanea. Come da lui stesso affermato durante la presentazione di La verità di Agamennone durante il Salone del Libro di Torino, prima del 2000 ha cercato di imitare la letteratura postmoderna americana, ma ha poi ripiegato sui temi della memoria e della rielaborazione collettiva dell’eredità della storia spagnola (in particolare la Guerra Civile iniziata nel 1936, il golpe di Tejero del 1981). Da qui nascono i suoi lavori più significativi, Soldati di Salamina e Anatomia di un istante.
Autore: Javier Cercas
Casa Editrice: Guanda
Collana: I Narratori della Fenice
Pagine: 234
Prezzo: 18 euro
Trama:
Autobiografia sentimentale e intellettuale, "La verità di Agamennone" è il libro di un narratore che qui, in bilico tra saggio e racconto, sconfessa l'idea di un unico, granitico punto di vista sulla realtà per lasciare a chi legge l'onore e l'onere di comprenderla e decifrarla. Javier Cercas è convinto infatti che quando uno scrittore si mette all'opera, non debba mai dimenticare che esistono più verità. È in chiave soggettiva che vanno letti gli episodi raccontati. Che siano diari di viaggi in Messico o in Estremadura, terra natale dello scrittore, "lettere" in difesa della dignità del romanzo o analisi accurate sulle radici del presente o sul nazionalismo; che si tratti di scene della vita quotidiana dell'autore a confronto con le reazioni del figlio nel museo del giocattolo, per esempio, o del suo ricordo del 23 febbraio 1981, giorno del tentato golpe in Spagna; che sia il commovente incontro con Manuela Vitini, il cui padre e i due fratelli hanno combattuto per la libertà durante la guerra civile e la resistenza, oppure l'affettuoso rimando ai suoi punti di riferimento ideali - Borges, Bioy Casares, Kafka -, o ancora l'intrigante racconto di epilogo da cui il libro prende il titolo, in tutti convivono con naturalezza quotidianità e letteratura, esperienza di vita e intellettuale.
RECENSIONE Che cos’è La verità di Agamennone? È una raccolta eterogenea di scritti d’occasione, in bilico tra narrativa e saggistica, divisi in quattro parti: Autobiografie, Lettere di battaglia, Nuovi racconti reali, I contemporanei, e che si chiude con un racconto dal titolo La verità di Agamennone.Partiamo da una constatazione: essendo pezzi d’occasione, gli articoli raccolti in questo volume sono già apparsi altrove, seppur revisionati o riscritti, su numerosi quotidiani o inserti culturali spagnoli tra il 1998 e il 2005. Teniamo a mente la sezione Lettere di battaglia – Per la realtà: in Spagna il libro è uscito nel 2006, quando alcune delle polemiche culturali (intese sia in senso letterario, sia politico) erano di scottante attualità nel paese iberico. Guanda propone ai lettori italiani questo libro nel 2012, sei anni dopo la sua pubblicazione originale, cioè quando l’interesse verso quelle polemiche si è affievolito, non sono in Italia, dove il fuoco sacro dell’invettiva politica su questioni extranazionali non si è mai acceso, ma anche in Spagna (con le dovute eccezioni: la questione del nazionalismo spagnolo è tornata centrale in questi giorni causa il possibile tracollo finanziario della Catalogna). Mi viene perciò il dubbio che articoli su questioni riguardanti l'Estremadura, al di là dell'importanza che rivestono per la formazione culturale dell'autore, non superino lo scoglio della propria contingenza.
Lo stile di Cercas è tuttavia quello di un accademico e intellettuale che sa fare il proprio mestiere: i Nuovi racconti reali propongono alcuni quadretti davvero magistrali; come non citare Compassione per gli scrittori (uno scrittore esordiente, Cercas stesso, a confronto con uno già affermato, Vila-Matas) o Schiappa assoluta (sulle Olimpiadi, tutte personali, di un gruppo di ragazzi in una città di provincia e sulle conseguenza di un'idea di grandezza che non corrisponde alle proprie capacità)?. Cercas durante la presentazione del libro a Torino l’ha ammesso: La verità di Agamennone contiene un’officina letteraria, abbozzi che potranno diventare romanzi, scene che potrebbero far parte di progetti più ampi. Presi singolarmente però questi frammenti lasciano solo un senso di incompiuto. E non si tratta di quel senso di non-fine proprio del Novecento, quanto qualcosa che potrebbe essere e non è. Le parti migliori sono indubbiamente quelle meno attaccate alla contingenza delle polemiche. Autobiografie contiene ad esempio l'episodio giovanile – una ventata di eroismo politico dettata da una cotta per una compagna di università durante il golpe di Tejero – da cui si è sviluppato Anatomia di un istante, e I contemporanei traccia forse la considerazione letteraria più importante di Cercas grazie a uno sguardo critico su di un suo illustre collega, Enrique Vila-Matas e il suo Bartleby e compagnia:
[…] o la narrativa esige da se stessa il livello massimo di ambizione e consapevolezza – anche a rischio che tale consapevolezza e ambizione conducano al silenzio – o è condannata a rimanere impantanata nella banalità dell’infantilismo.
In sostanza, un invito allo scrittore perché tenga nel cassetto la maggior parte dello cose che scrive, perché non tutto quello che si scrive è letteratura, e il lettore esige rispetto. E la letteratura è ancora al centro con la constatazione che il romanzo sudamericano è stato la linfa vitale della letteratura spagnola contemporanea perché, dopo Cervantes, il romanzo in Spagna si è quasi fermato. Cercas scrive con il cuore di Borges, di Bioy Casares, di Kafka, ma sempre in maniera quasi amatoriale. Per fermarci alla lingua spagnola, e senza addentrarci nei critici di professione, Carlos Fuentes ci ha dato un ritratto molto più efficace di quegli stessi autori nel suo Geografia del romanzo
L’arte del tradimento ci porta poi alla questione dell’essere tradotti in un altro linguaggio. Da Soldati di Salamina è stato tratto un film omonimo per la regia di David Trueba, film che ha inevitabilmente tradito il romanzo perché romanzo e cinema si esprimono in codici che sono solo parzialmente sovrapponibili. Perciò in questo caso, non si pone l’oziosa polemica – è meglio il film o il libro? – perché, oltre ad essere entrambe opere di alto livello, esse dialogano ognuna nel proprio ambito. Per concludere, il racconto La verità di Agamennone. La citazione di Machado posta ad apertura del volume (citazione che vale la pena di riportare) è suggestiva.
La verità è la verità, che la dica Agamennone
o il guardiano dei porci.
Agamennone: Sono d’accordo. Il guardiano dei porci: Non mi convince.
Cercas ama citare nei suoi titoli riferimento all'età classica – prima Soldati di Salamina, ora La verità di Agamennone. In questo caso per che cosa c'entra? La risposta è che questo titolo è pertinente e sottile. La verità di Agamennone, il punto di vista del potere, nella sua unicità, è sempre da mettere in discussione. Un solo punto di vista sulla realtà non è possibile. Questo è evidente, e Cercas cerca di metterlo in scena attraverso una nuova e scialba declinazione del tema del doppio. Borgesiano negli intenti, ma da Sabato in giallo come realizzazione, è un racconto da dimenticare. Massimo Fusillo nel suo L’altro e lo stesso ci ha indicato i veri protagonisti letterari del tema perturbante del doppio. Cercas purtroppo non ne fa parte, e il suo racconto rimane un tentativo non tanto incompiuto, quanto bloccato in una mediocrità stupefacente.
Questo libro è sicuramente un modo per entrare nel laboratorio creativo dei testi passati di Javier Cercas, e di quelli che potranno essere i suoi futuri romanzi, ma che tuttavia lascia un senso di incompiuto difficilmente digeribile per chi ha amato i suoi scritti maggiori. Lo stile è sempre quello che abbiamo imparato ad apprezzare, e aspettiamo dunque che Cercas ritorni presto alle vette raggiunte in precedenza, a un romanzo compiuto e non a un pallido avantesto.Viene il dubbio che Cercas stia contraddicendo se stesso. Se la letteratura non è portata al suo massimo grado di perfezione, non dovrebbe restare in un cassetto? È triste da ammettere, ma la parte migliore di La verità di Agamennone è la bellissima copertina.