di Missmarilux
La verità di Amelia di Kimberly McCreight edito dalla Nord è uno degli ultimi casi editoriali dell’anno. Presentato in pompa magna dalla casa editrice stessa, il libro pare abbia riscosso molto successo in Europa. La sinossi che ci viene fornita dal retro copertina è semplice: una giovane studentessa di 15 anni di nome Amelia muore suicidandosi nella sua scuola; sua madre Kate (avvocato iper impegnato), chiamata dalla preside per un provvedimento disciplinare contro la ragazza, si precipita a scuola trovando cosi l’amara sorpresa. Da qui partiranno sms ambigui ed indagini frenetiche ad opera di Kate per capire solo una cosa: che cosa è successo realmente ad Amelia?
Partiamo dal dire che il titolo del libro non doveva essere assolutamente cambiato. La versione originale si intitola Reconstructing Amelia (Ricostruendo Amelia) ed a mio parere non vi è titolo migliore per questo libro. Il volume infatti, narra i punti di vista di Kate ed Amelia in due archi temporali differenti alternati: Kate nel mese successivo alla morte della figlia, Amelia nel mese precedente la sua morte; in pratica, di pagina in pagina, ricostruiamo la vita di Amelia. Un espediente narrativo che regala al volume una narrazione ricca di adrenalina, dove il pathos (soprattutto nella parte finale) la fa da padrone. Un artificio perfetto, che permette al lettore di vedere due mondi distanti ma che sono fondamentalmente collegati, quello di Kate ed Amelia. I momenti più lenti sono confinati saggiamente ad inizio storia, lasciando poi spazio ad una corsa sempre più frenetica che avrà il suo apice conclusivo nell’ultimo doppio capitolo.
Il romanzo, oltre a funzionare stilisticamente e strutturalmente, funziona egregiamente anche sotto il piano emotivo. E’ difficile staccarsi dal dolore di Kate e dai sentimenti adolescenziali eppur cosi maturi della povera Amelia. Soprattutto nel finale, quando Amelia comprende ciò che le sta accadendo, risulta impossibile rimanere con l’occhio asciutto e non sentire un magone nello stomaco a causa di cosi tanta malvagità finalizzata a colpire una “semplice” ragazzina. E un tremendo nodo alla gola ci guida quando accompagniamo Kate sulla lapide della figlia, nelle ultime righe del volume.
Il tema trattato è il bullismo nella sua forma più nuda e cruda, non possiamo negarlo, ma in realtà cioè che il lettore tocca con mano e che sente addosso a libro concluso è l’amore sconfinato che madre e figlia provavano l’una per l’altra, ognuna nel proprio modo. Ed è per questo che è impossibile dimenticare le due protagoniste. La sofferenza di Kate è anche un po’ la nostra. Se i protagonisti quindi, sono ben costruiti (e basterebbe solo quella per far un buon libro), la vicenda narrata è pertinente ai vari passaggi con una logica priva di qualsiasi bug narrativo. Sarebbe stato facile cadere in una di queste falle, ma la McCreight riesce a tessere una trama i cui fili negli ultimi capitoli vanno tutti al loro posto, in un puzzle ad incastro perfetto! Il mondo e l’ambiente riportato dall’autrice risulta essere ben delineato e descritto, senza però rilevarsi invadente, lasciando libertà d’immaginazione al lettore. Il mondo in cui si muovono inoltre, è coerente agli avvenimenti, ben delineato e descritto ma senza essere invadente, viene dato il necessario senza influenzare troppo l’immaginazione del lettore. Quanto allo stile, l’autrice sceglie una prosa asciutta e lineare, diretta e semplice, assolutamente funzionale alla già frenetica vicenda narrata.
Insomma davvero un OTTIMO libro. Pare che la Kidman abbia acquisito i diritti per farne un film, speriamo bene. Se ben gestito questo romanzo potrebbe dar origine ad un ottimo thriller cinematografico. Non ci resta che aspettare dunque!