Non possiamo dire agli altri niente che non sappiano già, che non siano già pronti ad accettare. “I consigli servono solo a chi li dà e in quanto gli tolgono un peso dalla coscienza”: scrive Trevanian in Shibumi.
Il luogo per dire la verità è l’arte. Lì ci si può sfogare. Il fatto che sia “per finta” protegge l’autore e gli permette di spingersi fino in fondo.
La scrittrice Zadie Smith ha individuato 10 regole per scrivere narrativa. Eccole:
1 Da bambino assicurati di leggere molti libri. Passa più tempo a fare questo che qualsiasi altra cosa.
2 Da adulto, cerca di leggere il tuo lavoro come se lo leggesse un estraneo, o meglio ancora, un nemico.
3 Non romantizzare la tua “vocazione”. Puoi scrivere sia buone frasi che il contrario. Non esiste nessuno “stile di vita dello scrittore”. Tutto quello che conta è ciò che lasci sulla pagina.
4 Evita le tue debolezze. Ma fallo senza raccontarti che le cose che non riesci a fare non valgono la pena. Non mascherare l’insicurezza col disprezzo.
5 Lascia un discreto periodo di tempo tra lo scrivere e il correggere.
6 Evita le bande, i gruppi e le cricche. La presenza di una folla non renderà migliore ciò che hai scritto.
7 Lavora su un computer che non sia collegato a internet.
8 Proteggi il tempo e lo spazio in cui scrivi. Tieni tutti a distanza, anche le persone per te più importanti.
9 Non confondere il successo con la realizzazione.
10 Di’ la verità anche se velata – ma dilla. Arrenditi alla tristezza che viene dal non esser mai soddisfatto.
L’ultimo punto riguarda la verità. La bella scrittrice dagli occhi malinconici abbina la verità alla tristezza e all’insoddisfazione. Forse perché come scrive Louis Ferdinand Céline:
La verità è un’interminabile agonia.
La morte è la verità di questo mondo.
Bisogna scegliere: o morire, o mentire.