
Incipit: Tutta colpa di Terry. E' lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l'altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo.
Se un lettore fosse spinto a leggere questo libro anche solo per curiosare fra pagine in cui si sospetta si celi lo stesso autore, sappiate che ne vale la pena. Posso annoverarlo fra "imperdibili" senza remora alcuna. Richler ha negato che il suo romanzo migliore fosse un libro autobiografico e probabilmente c'è da credergli. Tuttavia è probabile che nel romanzo ci sia molta della sua esperienza di vita. Il carattere dei personaggi, le abitudini e i vizi del protagonista, le sue paure e il suo modo di pensare sono realistici, poco esaltanti, molto umani insomma. Fa eccezione Miriam, che è descritta con venerazione, come donna perfetta. Una considerazione sull’autore: Mordecai viene da una famiglia modesta, emigrata in Canada dall’Europa orientale. Pur appartenendo ad una minoranza malvista e emarginata, dal niente, si conquista una vita di successo, anche economico, e diventa l’artista che sappiamo. Non ha avuto la possibilità di accedere a scuole prestigiose e non ha avuto aiuti da nessuno. Come tanti intellettuali ebrei la sua forza è venuta dalla sua intelligenza e volontà - per altro, Richler, come altri scrittori ebrei, accenna al diffuso universale antisemitismo senza enfasi e vittimismo, come un fatto naturale senza colpevoli.Lo stile di questo romanzo è interessante e molto originale. Il ritmo travolgente della narrazione, quella specie di monologo divagante che in realtà ha dentro un'organizzazione molto salda. L'invenzione verbale è proliferante, spumeggiante, continua, sempre piena di umorismo anche quando nomina cose tragiche. E' un tipo di narrazione che non è mai banale, prevedibile, ma che rompe invece di continuo gli equilibri, per lasciare spazio ad un caleidoscopio di fatti, persone, elucubrazioni che a volte, pur essendo momenti comici, strappano un'amara risata, e suscitano compassione verso il protagonista. Adoro il protagonista. Per quanto sia evidentemente e assurdamente intollerabile in molto di ciò che fa, è possibile assolvere Barney in ogni suo gesto. C'è come un senso di tragedia che incombe fin dall'inizio, e quando capiamo che ciò che abbiamo in mano è il diario di Barney, rieditato da uno dei figli, non possiamo che sentirci molto solidali con lui. Barney è l'uomo da cui ogni donna dovrebbe restare lontano, e lo dimostra il fatto che, pur avendo realizzato il sogno perfetto, con la perfetta Miriam, è capace di gettare via tutto al vento, solo perchè cede all'impulso di non essere secondo a nessuno. Faticosamente raggiunta la meta agognata, distrugge il "quadretto" con quello stesso atteggiamento superficiale di tanti momenti.
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Vi siete imbattuti anche voi in Barney e le sue vicissitudini? Libro? Film? O entrambi?