La versione di Kolby

Creato il 19 ottobre 2015 da Dfalcicchio

Roma

Come è noto, gli americani che girano per le strade USA vestono come capita, con le loro camicie non stiro, grigine, bianche, azzurre e dei vestiti che, lasciamo perdere. Questo aspetto vale per uomini e donne, spesso. Per gli uomini in particolare. Poi è arrivato Nickelson Wooster e tramite i grandi marchi dei quali è stato direttore, ha pian pian portato una rivoluzione nel vestire maschile che, nelle città più attente al cool come NYC, Boston e San Francisco, si vede già da qualche anno. Si è sviluppato così un modo di vestire un po’ street style, un po’ scazzato, un po’ casual ricercato che piace a molte generazioni. Basti pensare a un cool hunter come il tedesco Gunther Krabbenhoft che, a settant’anni o giù di lì, detta legge ai giovani e non solo.

Nella capitale, nel centro storico, a pochi metri dal Palazzo delle Esposizioni e dal Teatro Eliseo, c’è Kolby, nato da alcuni decenni, che ricorda un po’ lo stile a cui accennavamo prima (ma è più originale e con il made in Italy a dar personalità)  ed è il tempio maschile (ma ha anche un altro indirizzo, con proposte al femminile, vicino a Campo de’ Fiori) del vestire con uno stile che è un mix di scazzato, elegante, country, radical chic, bohémien chic, adatto a tutte le età, pur che si abbia (a nostro parere) la giusta voglia di vivere, infischiandosene dei formalismi e degli archetipi datati.

Kolby mette a disposizione un total look, con colori caldi e che sembrano seguire un’ idea di nuance che sta tra verde, marrone, blue, beige, il tutto però legato da un filo comune che dà relax all’occhio e a chi indossa i capi. I tessuti, creati dalla maison sono particolari e particolarmente vestibili, molto difficili da descrivere, senza averli provati.

Dobbiamo dire che il look e i capi di questo angolo di Roma e, come è nello stile di FlipMagazine lo scriviamo in libertà senza alcun vincolo pubblicitario, sono uno spettacolo per chi vuole cambiar un po’ strada, con gusto.

Mauro Pecchenino