La versione di Terry

Creato il 17 settembre 2011 da Gadilu

Secondo me è istruttivo ascoltarsi bene i ragionamenti di questa prostituta moderna. Terry De Nicolò, una delle molte giovani donne che negli ultimi anni hanno partecipato a frotte alle cosiddette cene ”eleganti” del premier (in realtà volgari riunioni organizzate da personaggi squallidi per sollazzare un povero vecchio miliardario dipendente dal sesso e dunque, come lo definì correttamente la ex moglie, malato). È interessante, dicevo, perché qui, senza tanti fronzoli e con una lucidità superiore a quella, poniamo, di un Sandro Bondi (l’imbelle addetto alla “filosofia dei valori” del Pdl), viene espressa molto bene la filosofia elementare ed esaustiva della cosiddetta “destra di governo” (vero, anche quella di molti esponenti di sinistra alla prova dei fatti non si discosterebbe troppo da questa, a parte la disponibilità di mezzi economici a sostegno, fatto citato anche in modo preciso da Terry De Nicolò). In cosa consiste dunque questo modo di pensare, questa filosofia? Prima di tutto nella divisione del mondo in due categorie: da un lato i furbi, i forti, i “leoni”, che possono, anzi devono con ogni mezzo affermarsi, anche agendo fuori dalle regole, anzi inevitabilmente agendo fuori dalle regole (altrimenti si resta “piccoli”); dall’altro i coglioni, i deboli, le “pecore”, quelli che magari a causa di troppi scrupoli morali o per manifesta inettitudine sono destinati a vivere con 2000 euro al mese e a non godere della vita. Declinata secondo la differenza di genere (che una come Terry De Nicolò riporta con orgoglio a una condizione di “natura immutabile”), colpisce poi il ruolo attribuito alle donne: chi è racchia stia a casa e non rompa i coglioni (ma già Berlusconi, quando citava Rosy Bindi, in fin dei conti ha sempre detto le stesse cose). Finito. Il messaggio è tutto qua. Occorre forse scandalizzarsi?

No. Tutt’altro. Le affermazioni di Terry De Nicolò sono in realtà delle noiose banalità. Non c’è neppure bisogno di scomodare il vecchio darwinismo sociale, ovvero il concetto di “lotta per la vita” che qui verrebbe ridotto a misura di “mignotta” e “mignottaro”. E la bellezza come arma per la supremazia bio-estetica, poi. Con l’avallo teorico del solito Sgarbi, il critico d’arte più citato dagli analfabeti di arte. Ma dove sta allora tutto l’interesse di cui parlavo? Sta esattamente qui (ascoltate bene quello che dice Sallusti, in coda al filmato): Terry De Nicolò ha enunciato con grande precisione tutto quello che c’è da sapere su questi agghiaccianti 17 anni berlusconiani che finalmente ci stiamo lasciando alle spalle. Non è vero, come dice Sallusti, che Berlusconi non è solo questo, che c’è dell’altro, che bisognerebbe fare un’inchiesta per mostrare tutto quell’altro che c’è (certo, all’orrido non c’è limite, e basta immaginarsi un programma televisivo o un articolo di giornale, anzi de IL GIORNALE, dedicati all’elenco dei destinatari della beneficienza di Berlusconi per sudare freddo ed essere aggrediti dai conati di vomito). Purtoppo per lui (ma anche per noi), il fenomeno Berlusconi, il suo stile, il suo mondo, la sua cultura politica e imprenditoriale, insomma tutto ciò che lo riguarda si risolve interamente e coincide esattamente con quanto affermato da questa poverina. Senza nessun, ma proprio nessuno scarto. E questo è anche il motivo del suo grande successo. Solo questo. Nient’altro che questo. Uscirne fuori sarà tutt’altro che semplice.



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