Oggi topi voglio parlarvi di una strada. Una strada vecchia, vecchia ma molto importante. Una strada dalla quale si ramifica la via che porta nella mia valle. Sono tante le vie che si ramificano da lei come effluenti di un fiume. Oggi topi vi parlo della strada che percorre tutta la Liguria e addirittura va ben oltre. Questa è la Strada Aurelia. Nella cartina qui sopra, potete vedere la strada rossiccia-bluastra che sale verso Nord e, da Taggia, arriva fino a quel punto blu; quella è la strada che percorre la mia Valle Argentina, mentre quella arancione e grossa, che costeggia il mare, è appunto la Via Aurelia. Quest’ultima, che potete vedere in questa seconda immagine come accompagna tutta la mia regione, è un’antichissima via consolare iniziata già nel III secolo a.C. per volere del Console Gaio Aurelio Cotta (del quale prende appunto il nome) per collegare solamente Roma con Cerveteri. Questo breve tratto romano, ancora oggi esistente, è chiamato Aurelia Vetus, ossia la parte di Aurelia antica mentre, l’Aurelia che percorriamo oggi noi è detta Nova cioè più recente. Oggi, in totale, possiamo invece dire che la SS1, la Strada Statale 1, com’è sempre chiamata la Via Aurelia, collega Roma con la Francia. E nella mia regione, in certi punti, è davvero meravigliosa. Attraversa i paesi che vivacizzano il luogo con i loro tipici colori liguri, è talvolta riempita da semafori e strisce pedonali e, viaggia insieme all’Autostrada dei Fiori e ai binari della ferrovia. E’ una strada molto bella perchè viaggiando, ad esempio, da Ventimiglia a La Spezia verso Est, possiamo godere di un magico mare alla nostra destra che ci offre orizzonti, a volte, da togliere il fiato mentre, alla nostra sinistra, abbiamo le colline verdi che permettono a Pini Marittimi, Aloe e Palme di tuffarsi sulla strada. I paesi scorrono uno dopo l’altro e, la maggior parte di essi ha la parte nuova sulla Via Aurelia e il borgo vecchio più in alto, lontano dal mare. Sono molti anche i bar e i negozi nonostante lo sfecciare delle auto. La Via Aurelia è molto frequentata. Attraversa i paesi e anche i profumi. E’ circondata dagli ulivi e, nonostante l’essere formata da freddo asfalto, il verde che la colora la rende a tratti vivace o romantica. In certi punti mostra posizioni panoramiche non indifferenti. Scorre sinuosa, con le sue curve dolci, a volte sale, a volte scende, impercettibilmente. Spesso trafficata, è l’unica strada che possiamo permetterci qui in Liguria, schiacciati come siamo, tra i monti e il mare. Tante sono le ville storiche e nobili di un tempo costruite sulla Via Aurelia e immaginatevi la bella vista che avevano i proprietari di queste dimore quando, al mattino, alzandosi, godevano della luminosa alba che si rifletteva sull’acqua. Nella parte della mia Liguria, questa strada ospita una volta all’anno, l’evento della corsa ciclistica definita Milano-San Remo e, per l’occasione, viene rivestita a nuovo. A proposito di ciò vorrei fare un piccolo appello – Aggiustatela anche per noi, non solo per i ciclisti! -. Ciclisti che sfrecciano su questa via tutto l’anno usandola per i loro allenamenti, i quali tra l’altro, per la loro incolumità, consiglierei di andare in fila uno dietro l’altro o di usare la ciclabile. Ma in qualche modo fanno parte anche loro di questo palcoscenico. Che strada sarebbe l’Aurelia senza neanche una bicicletta? Torniamo però a parlare della protagonista di oggi; questa strada, rimase per parecchi secoli interrotta a Pisa per essere ripresa poi dall’imperatore Augusto che la portò fino a Marsiglia pensate. I lavori furono interminabili e gli uomini buttarono tanto sudore per costruirla non limitandosi solo alla creazione della strada ma anche a edifici, ponti, mura tutte cose inerenti e delle quali possiamo ancora notare la presenza. Ancora oggi infatti, si possono incontrare ogni tot km, delle “pietre miliari” simboleggianti antichi ritrovamenti Romani come quello più vicino a me al Km 640, chiamato Villa Romana. “Sul promontorio compreso tra Bussana e il torrente Armea, lungo la Statale, si trovano i resti di un edificio romano : pochi ambienti con un muro a parametri di blocchetti digradanti sul pendio. Nella zona detta Foce, presso il mare, è stata rinvenuta una Villa Romana, con un impianto termale, sicuramente in uso nel I secolo a.C.” come si legge nell’interessante sito aec2000.eu dal quale ho preso anche quest’ultima immagine. Guardate i massi con la quale era formata un tempo, pensate alla fatica nel portarli e posizionarli. Incredibile non trovate? E tutto questo è stato fatto per chilometri e chilometri. Io vi saluto ora e vi auguro di percorrere sempre la strada giusta! Un bacione a tutti.