La Via dei Re (aka: Cronaca di una disfatta letteraria 2 - Il non ritorno)

Creato il 10 giugno 2014 da Sommobuta @sommobuta
E siamo alla seconda disfatta, alla seconda Caporetto letteraria del sottoscritto.
Correva l’anno 2011, e come scrivevo in QUESTO ARTICOLO, avevo bellamente lasciato perdere It di Stephen King arrivato esattamente a metà.
A 3 anni di distanza è successa la stessa identica cosa con La via dei Re di Sanderson.
Il che mi ha confermato una volta per tutte che non riesco più a tollerare libri e mattoni che superino un “tot” di pagine.
Ma andiamo con ordine.
In quell’articolo del 2011 scrivevo che leggevo un mattone da 1000 e passa pagine una volta all’anno, così da potermi concentrare anche su “altro”. Tendenzialmente, un mattone “medio” da 1000 pagine lo si riesce a buttare giù facilmente in un paio di settimane. Ma sarà “il pensiero delle 1000 pagine”, sarà una specie di blocco psicologico che mi avvinghia arrivato a un certo punto della lettura, rimane il fatto che no: ‘sti mattonazzi non fanno più per me.
Guaglioooneeee... (cit.)
E dire che quand’ero un teenager nerdazzone andavo a caccia proprio di questi mattoni infiniti, per godere di una lettura bella lunga e bella coinvolgente.
I classici mattoni da 6 miliardi di pagine puro stile Tolstoj, Dostoevskij, Proust, Manzoni, Tolkien, Dumas (e via dicendo) li ho letti tutti. Ci sguazzavo proprio, nella lunghezza.
La controtendenza penso sia arrivata proprio con Dumas. E con Il conte di Montecristo.
Ora: Montecristo è il mio secondo libro preferito evah della mia top 10 #totaletombale.
Ma quando l’ho letto, più andavo avanti e meno vedevo il finale. Lo adoravo, e allo stesso tempo lo odiavo.
Sempre una figata
Da dopo Montecristo qualcosa in me è cambiato. E i mattonazzi che tanto adoravo…ho cominciato a tenerli alla larga. Anche perché ho cominciato a pensare che forse (forse) è un tantino più interessante leggere 3 libri da 350 pagine l’uno, che uno solo da 1000.
E quindi ho cominciato a limitare i tomoni.
Fino a quando It non mi ha bellamente frantumato la guallera (va’ che francesismo).
E fino al mese scorso, quando sono rimasto inchiodato a pagina 400 delle 1300 del mattone di Sanderson.
Vedete, il problema, in questo caso, non è il libro. Posso dire, anzi, che oggettivamente “La via dei Re” è un bel fantasy. Sanderson scrive molto bene, il mondo creato è davvero originale e interessante, così come molto particolare è la gestione della magia.
Ma sarà che anche qui più andavo avanti e meno vedevo il finale, sarà che non ho più l’età per leggere ‘sti mattuozzi infiniti (e se penso che Sanderson ha detto che ne vuole scrivere altri 10 per completare la saga, sta bene dove sta), sarà che adesso preferisco gran lunga leggere quei 3 libri in 15 giorni invece di uno solo (e magari leggere il doppio degli ebook, spesso novelette interessanti), allora posso affermare, candidamente, che il romanzo fantasy di Sanderson è l’ultimo di questa mole che leggerò.

Conoscendomi, non credo finirò mai di leggere nemmeno Martin e le sue cronache (la mia lettura si ferma al terzo libro, mi mancano quarto e quinto: e dato che non li leggerò probabilmente mai, me li sono andati a spoilerare su Wikipedia, così azzero spoiler dal telefilm – e comunque: sticazzi).
Insomma: per restare in tema, a maggio mi sono sentito come Gandalf, sconfitto dal Caradhras e costretto a prendere la via delle miniere di Moria.
Ma le mie miniere di Moria, in questo caso, sono molto più piacevoli rispetto a quelle dello stregone grigio… XD

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