La vicenda Daisey: sogni cinesi e giornalismo occidentale

Creato il 29 marzo 2012 da Prospettivainternazionale
Devo dire che mi sono veramente divertito negli ultimi giorni nel vedere i giornali di tutto il mondo redarguire e prendere le distanze da quel bontempone di Mike Daisey. Ovviamente il divertimento sta nel fatto che si tratta principalmente degli stessi giornali che precedentemente avevano dato spazio al suo The Agony and the Ecstasy of Steve Jobs, performance in cui venivano denunciate le condizioni di lavoro degli operai cinesi della Foxconn. Nel suo lavoro Daisey ha inventato ed esagerato molti particolari ed ora è messo alla berlina. Il New Yorker ha un bell'articolo sulla vicenda firmato Leslie T. Chang, già autrice del libro  Factory Girls: From Village to City in a Changing China che tanto ho apprezzato. L'articolo dal titolo Do Chinese Factory Workers Dream of iPads? lo trovate qui, di seguito riporto alcuni passaggi interessanti:
Chinese workers are not forced into factories because of our insatiable desire for iPods. They choose to leave their farming villages for the city in order to earn money, to learn new skills, to improve themselves, and to see the world. And they are forever changed by the experience. In the latest debate over factory conditions, what’s been missing are the voices of the workers. 
[...] 
Journalistic coverage of Chinese factories, in contrast, plays up the relation between workers and their products. Many articles calculate how long a worker would have to labor to buy the item coming off his production line; an entry-level worker on an iPhone assembly line, for example, would have to shell out two and a half months’ wages for one. But how meaningful is this calculation? I recently wrote an article for The New Yorker (about reading habits in China), yet I can’t afford to buy an ad in the magazine. So what? I don’t want an ad in The New Yorker, just as these workers do not necessarily desire iPhones. Their reckonings are different: How much money can I save at this job? How long should I stay? And later: How much do I need to buy an apartment or a car, to get married or put my child through school?
Dal mio punto di vista la vicenda di Mike Daisey non riguarda solo un pessimo modo fare informazione,  bensì è un episodio che tocca un tema più generale riguardo a chi l'informazione dovrebbe acquisirla. A mio modo di vedere non è raro infatti che il taglio dei prodotti d'informazioni si adegui ad i gusti di un'opinione pubblica spesso più incline alla ricerca dell'emozione piuttosto che alla comprensione di tematiche apparentemente così distanti. 
Elio Amicarelli

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