La vie del femminino: l'epoca preistorica

Da Marta Saponaro
Oggi, per tutti coloro che fanno riferimento alla religione, la strada che si segue per cercare una pace interiore è maschilista. Il motore che ha dato la vita è un Lui, Dio Allah, per esempio. Nelle religioni più grandi il massimo esponente è un maschio. Non è sempre stato così. Anticamente  ad affiancare l'uomo nella strada della spiritualità nei tempi remoti era la Dea Madre. Vi propongo un piccolo viaggio per conoscere da vicino le maggiori divinità femminili e i rituali magico-religiosi dove donne sagge hanno segnato il cammino.
Iniziamo con gli albori dei tempi:
L'uomo nella preistoria La giornata nel periodo paleolitico vedeva gli uomini che, tutti insieme, prendevano e si allontanavano dalle caverne per la solita battuta di caccia. Le donne, invece, rimanevano nei pressi della caverna prendendosi cura della prole e delle persone anziane. Le regole del gruppo, sociali, erano molto semplici tutto, praticamente, seguiva l'andamento naturale, le stagioni.
Poiché l'uomo aveva notato e compreso che il femminile era il portatore di vita, la donna ricoprì un ruolo importante. Dalle pitture presenti nelle grotte paleolitiche si nota che la donna era al centro dei rituali magico-religiosi. Il suo sangue, che ogni mese donava alla terra, possedeva poteri curativi e fertilizzanti per i campi. Nelle immagini si vedono donne gravide mascherate che danzano. Il sangue femminile, nelle antiche tradizioni, sono al centro delle tradizioni sciamaniche. Le donne agivano in gruppo per rafforzare il potere interiore. Infatti quando più donne vivono le une in fianco alla altre le mestruazioni alla fine si presentano nello stesso periodo. Per questo nell'antichità vivendo in simbiosi le donne possedevano il dono di avere il ciclo nei medesimi giorni. I rituali magici, quindi, erano potenti perché la Dea madre si manifestava mediante la collettività del genere femminile umano  che quindi prese il ruolo di dirigere le cerimonie.
La Venere di Laussel, la scultura più antica che abbiamo, sita sopra l'entrata di una grotta in Francia, nel Dipartimento di Dorgone nella Regione dell'Aquitania è la testimonianza di questa tradizione. E' interamente dipinta di ocra rossa, simbolo del sangue femminile, ritenuto dai nostri avi l'acqua della vita. Sopra alla statua ci sono 13 tacche, ricordano il ciclo mestruale femminile e le fasi lunari che ad esso erano collegate.

Venere di Laussel
Ciò che più ha stupito è il fatto che la tradizione di legare il ciclo femminile alle fasi lunari non era solo tipico di villaggi vicini ma è stato presente anche in popolazioni assai distanti tra loro.
Gli studiosi hanno collegato le tacche al ciclo femminile perché una mano tiene, appunto, in mano questa falce con le tacche e l'altra mano indica il ventre che porta un bambino, la vita. Inoltre si ipotizza che i calendari lunari servissero sia per tenere un calcolo del ciclo femminile e lunare, sia per dirigere i rituali magici religiosi. Poiché erano le donne ad occuparsi dell'agricoltura e della fertilizzazione dei campi si pensa che il fertilizzante usato fosse proprio il sangue del ciclo mestruale.

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