La vie en rosé deve aspettare. Ma solo un pò.

Da Rossadisera @GiuliaNekorkina

Era ora. Era ora di aggiornare il mio blog, rimasto fermo da quasi 15 giorni. In un certo senso sono giustificata: ultimamente non sto ferma un attimo, sempre in giro, sempre a fare delle cose, ad occuparmi di due progetti che portiamo avanti con un'amica (e farlo da zero non è mai facile: incontri infiniti, discussioni su forme, contenuti, modi e collaboratori, creazione di pagine e di idee, invenzione di qualsiasi cosa, ansie, preoccupazioni, dubbi, euforie... Insomma, è più facile partorire un figlio che un progetto!) Però mangio, si, anche se tra una cosa e l'altra, pranzi e cene di lavoro, fuori e a casa, prove di piatti e di abbinamenti. E, ovviamente, in queste occasione non potrebbe mai mancare una bollicina, la mia "droga", il mio rimedio relax, la gioia dei miei occhi e del palato. Avevo anche pensato di inaugurare una rubrica dedicata ai rosé (oramai sapete tutti quanto ne sia appassionata), ma non avrei tempo di aggiornarla regolarmente, perciò ora lo scrivo e basta, poi si vedrà.

La bollicina in questione, Oltrenero Cruasé Brut (Tenuta il Bosco), me la sono portata dalla visita all'azienda Zonin...
avvenuta prima di Vinitaly (è già passato un mese!) e un giorno, o, meglio, una sera l'ho abbinata alla gallinella all'agro. Abbinamento riuscitissimo, ma... parliamo di 15 giorni fa, chi se lo ricorderebbe! Solo che io ho fatto "la furba" e ho preso gli appunti mentre aprivo la bottiglia, cucinavo, assaggiavo e fotografavo, appunti che adesso mi sono tornati utili. Vi ricordo che parlo da appassionata-non-professionista, quindi nessuna analisi organolettica, niente parole complicate nè percorsi comprensibili ai pochi. Parlo di mie impressioni e sensazioni
Quindi, Pinot Nero.
Un bel colore salmone. Il profumo, con la mia grande sorpresa, mi ricordava il giardino di mia nonna e il ribes rosso in particolare. Lo so, lo so che il frutto profuma poco o niente, ma dove le metto, le mie sensazioni? Incuriosita, assaggio. Sempre il giardino della nonna, ma stavolta con i frutti diversi: il lampone, il ribes rosso: insomma, sapori più forti, più marcati, più aciduli. Me lo gusto, esco sul balcone (fuori c'era il tramonto time, dello stesso colore), poi chiudo gli occhi e mi ritrovo nel giardino della mia infanzia, pieno di alberi da frutta, piante di frutti rossi, cespugli di menta e di aneto, con il ronzio delle api in sottofondo e quel profumo particolare che diffonde il vecchio legno scaldato al sole, unito ad un mix di fiori e frutti maturi. Ed io, bambina, che correvo con la retina per acchiappare le farfalle, mi fermavo per raccogliere un lampone o una fragola e proseguivo la caccia...
Non ho sbagliato di abbinare questa bollicina fruttata e acidula al pesce all'agro. Stavano insieme una meraviglia, si completavano e si esaltavano a vicenda. E poi, diciamo la verità, nel mentre si mangia, è bello guardare anche il fondo del bicchiere, soprattutto se si rimane ammagliati da un gioco sottile del persistente  perlage rosé.
No, mi vien da ridere: prima ho scritto il pezzo, poi sono andata a recuperare il link al prodotto e ho letto la sua descrizione. C'è tutto quello che ho pensato già da me: vie en rose, tramonto, ribes, lampone... Sono felice che le mie percezioni riprendono fedelmente le parole dedicate al questo Pinot Nero vinificato en rosé.



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