Ieri, all'ora di pranzo e di transumanza degli studenti di liceo da zona Ticinello alla Stazione, è comparsa una vigilessa.
Già, pazzesco. Non si vedeva un vigile da cinque o sei anni, in quel punto. A parte incidenti e lavori in corso, chiaro.
Per chi non ne è al corrente, sulle strisce tra via Ticinello e piazzetta Guidi, ogni giorno tra le 13 e le 14 va in scena una lotta per la sopravvivenza degna del miglior National Geographic: sul corso Manzoni, intorno a cui si abbeverano branchi di suv e berline, furgoni delle consegne e camion frigorifero, bus pachidermici e bici di vecchiette, si riversano colonne di giovani umani sciamanti, appiedati e centaurini, che attraversano selvaggiamente, un po' per schivare i mezzi e un po' anarcopasseggiando. Saturando l'aria di risatine, grida sgangherate, sputi, madonne. E di un persistente aroma di canna.
Poi, d'improvviso, ieri: la vigilessa. Ho quasi corso, per la sorpresa. Per vedere cosa stava succedendo. Non stava succedendo niente: la vigilessa, con gesti precisi e fischiate imperative, regolava il traffico. Con una certa efficacia, anche.
Ma è stato un momento.
All'improvviso, un'utilitaria parcheggia sulla fermata del bus. La vigilessa fischia. Rifischia. Trifischia. Gesticola. Ma non può muoversi, perché è sul passaggio pedonale e sta facendo passare i pedoni, e poi deve far passare le auto. Quello scende dall'auto con calma olimpica, entra in un negozio, esce bello tranquillo, riparte.
Poi arriva un'auto da via Ticinello che, stracatafottendosene di un obbligo di svolta a destra, tira dritto in direzione stazione.
La vigilessa, impegnata a far svoltare correttamente uno che stava per saltare lo Stop di piazza Guidi, fischia, rifischia. Strafischia. Niente, quello non si ferma. Gesto vago, e via.
Subito, dalla stessa via, ecco due centaurini monomarcia col casco gengivale che svoltano a sinistra. La vigilessa quinquifischia, i due le passano davanti, lei prova anche a fare due passi imperiosi per fermarli in tempo, ma quelli se ne vanno.
Lei è sempre più incazzata, ma non può farci nulla. Io la guardo mentre riprende il suo posto, e poi mi incammino verso casa.
Pavia è una giungla abitata da gente che considera la strada una sua proprietà: ci piazza l'auto, ci mette l'immondizia, si incazza perché ci passano anche gli altri. Qui i ranger li devi mandare in squadra, come per catturare il rinoceronte, sennò è inutile.