
Chi l’ha detto che ballerine e danzatori devono indossare tutù e calzamaglie? Gli Stomp salgono sul palco in pieno look underground: canotte, anfibi, jeans strappati. Armati di rastrelli, bastoni e gli immancabili secchi dell’immondizia! Trasformati in tamburi e grancasse, piatti e sonagli; strumenti di una musica popolare nel senso più nobile del termine, perché nata per le strade e sui marciapiedi, espressione diretta di una civiltà che vive in simbiosi con la città.
Tutto comincia a Brighton, Inghilterra, grazie all’incontro tra Luke Cresswell e Steve McNicholas. Entrambi attori e musicisti, impegnati in diverse compagnie di teatro di strada: affascinati, quasi ossessionati dall’idea che si possa comunicare in modo nuovo, diretto e viscerale l’energia creativa che scorre nelle vene della città. Si arriva, nel 1991, alla prima performance di un collettivo assemblato grazie ad artisti di estrazione, cultura, percorsi diversi. Un successo. Che dura ancora oggi.
Gli Stomp sono protagonisti assoluti dei maggiori festival del mondo, dalla Cina al Brasile; e si sono esibiti nei teatri più prestigiosi: a Londra, Parigi, New York. Il fascino della loro arte è tale che un cortometraggio ispirato alle loro gesta è stato candidato agli Oscar. Irriverenti, esagerati, pazzeschi: un gruppo di artisti e acrobati, padroni assoluti di ritmi vestiti di inattese sensazionali armonie.
La curiosità – Sono nati esibendosi per strada, ma ora che hanno fatto strada si sono costruiti un teatro appositamente architettato per le loro performance. Gli Stomp hanno inaugurato nel 2007 una struttura a loro dedicata a Las Vegas, all’interno del resort di Planet Hollywood: una spazio costato la bellezza di 28 milioni di dollari.
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Non ci sono amplificatori colossali, né chilometriche pedaliere cariche di effetti e colori alla Belgravia Cadogan Hall di Londra. È come se nella sede della prestigiosa Royal Philharmonic Orchestra avessero improvvisamente staccato la corrente: sul palco la magia di un set acustico che sa tessere trame di incredibile empatia. Con i grandi successi di ieri e i brani degli album più recenti a ricostruire un’avventura musicale prossima a compiere i suoi primi vent’anni di vita.
“È stata una serata davvero speciale” ha confessato Skin, “ha dimostrato un nuovo lato della band”. Un lato che ha subito conquistato i novecento fortunati che lunedì 15 aprile 2013 hanno potuto assistere all’esibizione: esperienza che, oggi, viene offerta a tutti gli aficionados di Sky Arte HD. Invitati a lasciarsi conquistare da brani che hanno segnato la storia recente del rock: partendo dalla splendida Hedonism (Just because you feel good), singolo più rappresentativo della band.
In scaletta anche le intramontabili Secretly e Charlie Big Potato, fino alle ultime Squander e Because Of You. Arrivando a inserire nella set-list una gemma imprevista e decisamente gradita: You Do Something To Me, pezzo storico di Paul Weller, che nella versione degli Skunk Anansie si veste di nuove suggestioni. Create dalla magica voce di Skin, esaltata come non mai da questa nuova dimensione performativa.
La curiosità – Non ha mai nascosto il suo rapporto privilegiato con l’Italia, collaborando con i Marlene Kuntz e alle colonne sonore dei film di Silvio Muccino. Skin ha scelto il Bel paese anche per le sue nozze: nell’agosto del 2012 è un castello del Trentino a vederla unirsi in matrimonio con la compagna. Party blindato e più che esclusivo – solo 130 gli invitati: tra loro anche il regista di Titanic James Cameron.