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“La Visibilità”. Ovvero le polpette di Nico mandorle e pistacchi

Da Labandadeibroccoli
Continuiamo dunque il nostro “esperimento” dell'applicazione delle “categorie ” delle “Lezioni americane” di Calvino alla cucina e dopo la “Leggerezza” oggi parliamo della “Visibilità”. Non seguiamo l'ordine del libro, non lo seguiamo perché non siamo noi a cercarle, ma sono loro che vengono “belle belle” da noi.
Nella sua conferenza sulla Visibilità Calvino prova a spiegare cos'è l'immaginazione. Non ci dilunghiamo troppo nel citare tale conferenza, anche perché è un piacere da scoprire da soli, con il libro in mano e magari una matita per segnare i passaggi più belli. Vi basti sapere che Calvino dà la parola tra gli altri a Dante, a  Ignazio di Loyola e a Giordano Bruno.
La Visibilità è per Calvino la parte visuale della fantasia, la capacità di pensare per immagini. Egli stesso precisa "Possiamo distinguere due tipi di processi immaginativi, quello che parte dalla parola e arriva all'immagine visiva e quello che parte dall'immagine visiva e arriva all'espressione verbale"
Ma perché mai si è preso la briga di parlare di Visibilità, di immaginazione, di fantasia? Ecco la risposta “ [...] Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo, di perdere una facoltà umana  fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall'allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini” e se questa cosa era vera quasi vent'anni fa lo è ancor più oggi, in un mondo che è quasi più virtuale che reale, dove ci si confonde a volte tra il vissuto reale e il vissuto virtuale. Fortunatamente per noi abbiamo ancora tanta voglia di uscire, vedere, toccare e...mangiare e solo  poi di raccontare con questo blog.
Ecco che l'altro giorno a bussato alla nostra porta la Visibilità, il suo vero nome è un altro ma per discrezione e rispetto la chiameremo Nicoletta.
Nico è una tipa “cool” che fa cose “cool”, che frequenta posti “cool” e cucina cose “cool”.
Nico ha la capacità (rara, preziosa, ma pure pericolosa!) di saper raccontare le cose che ha visto e vissuto con grande entusiasmo,con una quantità di aggettivi che farebbe invidia a sia a  Devoto Giacomo che a Oli Giancarlo (autori del noto dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, n.d.r.) e soprattutto con una ricchezza di immagini mai vista. Ogni suo racconto è un po' una favola e a noi piace tanto starla ad ascoltare (è pur vero che a lei piace tantissimo essere ascoltata!).
Ecco come ci ha raccontato la preparazione delle sue polpette:
“La polpetta è una cosa seria, da bambina io mangiavo solo le polpette e mia madre me le faceva piccole piccole e a me sembrava di mangiare delle perle, mi ricordo che le mangiavo col cucchiaino, oppure le infilzavo con uno spiedino una per una dal piatto e le mettevo sempre in bocca tutte intere, tanto erano piccoline!
Ecco io l'altra sera le ho preparate piccole piccole come le faceva la mia mamma, anzi leggermente più grandi, diciamo della grandezza di una noce, di una patatina novella o di una nespola.
Bisogna prendere la quantità giusta di impasto e lasciare che siano i palmi delle mani a dare la giusta rotondità, non bisogna avere timore bisogna accarezzare la carne, giocarci un po', quasi fosse del pongo, chiudete gli occhi se vi aiuta e immaginatevi bambini che giocate con il pongo, continuate per un po', il calore dei palmi delle vostre mani aggiungerà compattezza e aiuterà a dare la forma giusta. Dovete fermarvi solo quando la polpetta è perfettamente sferica! (vi ricordiamo che stiamo riportando le testuali parole di Nicoletta. Va benissimo anche una polpetta normalmente sferica, come quelle che fanno tutti gli esseri umani! n.d.r.)
Avevo messo nell'impasto:
500 gr. di carne di manzo
la mollica di 2 fette di pane rifatto, un poco spugnoso, saranno stati circa 130 gr. che avevo fatto ammollate in un poco di di acqua un cucchiaio di parmigiano reggiano
una presa di sale
o messo anche del prezzemolo fresco tritato
poi ho macinato anche un poco di pepe
ed ho aggiunto un uovo.
Di solito non uso l'uovo, ma stavolta ne avevo bisogno perché le polpette dovevano essere un poco “appiccicose” visto che nell'ultimo passaggio le ho passate in una panatura che avevo preparato con una granella di
200 gr. di mandorle pelate
100 gr. i pistacchi sgusciati
che ho frullato io con il frullatore.
Ecco la fase della panatura è stata divertentissima ho versato la granella in un grande piatto piano e una ad una vi facevo rotolare le polpette che si coloravano di bianco e verde, mi sembrava di giocare a biglie sulla spiaggia!
Poi le ho sistemate tutte in una grande teglia sopra un foglio di carta da forno oleata, ho aggiunto un altro filo d'olio e.v.o., le ho poi messe in forno già caldo a 200°C. Le ho lasciate cuocere 30 minuti ed ho seguito gradatamente ed attentamente la loro doratura. Anche il profumo è cresciuto piano piano, come se si stessero preparando per uscire, scricchiolavano un poco addirittura. Quando le ho tirate fuori erano belle, pronte per un gran galà! E il sapore? Una delizia piccole come perle e croccanti, tanto che sotto i denti sembravano cantare!”.
“La Visibilità”. Ovvero le polpette di Nico mandorle e pistacchi
Ecco queste sono le polpette di Nico e PER NICO !
Per noi è questa la Visibilità in cucina! La capacità di saper “pensare” abbinamenti e gusti, la capacità di vederli nella propria testa, di presentarli in maniera appetitosa, ma soprattutto la capacità di raccontare quello che si cucina e naturalmente l'amore che c'è dentro, sempre.
Con questa ricetta partecipiamo al blog candy “con le mandorle” de laginestraeilmare“La Visibilità”. Ovvero le polpette di Nico mandorle e pistacchi

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