La vita avventurosa del fotografo

Da Marcoscataglini

Se partire è un po' morire, forse è meglio restarsene a casa

Ci si sveglia ogni giorno in un posto diverso. Non ci credete, eh? Beh, fatevene una ragione. Il vero fotografo vive così, alla giornata: una volta è nella savana a fotografare i leoni e gli elefanti, un’altra volta è sui ghiacci della Groenlandia a seguire gli Inuit nella loro caccia stagionale; una settimana dopo lo trovate negli USA a fotografare Yellowstone e il Grand Canyon, per poi magari scoprirlo annidato dietro delle rocce in attesa di scattare la foto unica-preziosa-irripetibile della tigre siberiana in libertà. Ma ci sono anche fotografi che passano da una guerra all’altra, da una sfilata di moda all’altra, da una modella all’altra (mica sempre solo in senso fotografico!). Si fa una bella vita, insomma, che vi credete? Non ci si annoia. Si deve essere sempre pronti, che diamine! Se chiama ilNational Geographic non gli si può certo rispondere: “scusa, domani ho da fare, non posso partire per la Terra del Fuoco!”. Eh no, non si può. Mai disfare la valigia. Mai farsi trovare impreparati. E’ una vita dura, James Bond al confronto è una mammoletta rincitrullita.Pooof!Accidenti! Mi ero addormentato davanti al computer… Dunque,che stavo facendo? Ah si, controllavo il mio rendiconto per vedere se quel cliente mi ha pagato… vediamo.. Ma no, niente.  Vabbè: che lavori ho da fare oggi? Hummm…Controllo l’agenda, va. Allora: sollecitare pagamento da ente pubblico moroso… Sistemare foto fatte ieri in montagna (con calma, tanto sono foto che non servono a niente)… Disdire abbonamento telefono fisso e andare al monte dei pegni… Passare all’hard discount per comprare scatole di fagioli e ceci per pranzo e cena…. Ho capito: me ne torno a letto a dormire, almeno risparmio energia… Ah, che vita interessante, quella del fotografo! Yawn