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La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni (quando tutto finisce)

Creato il 10 luglio 2011 da Spaceoddity
Cosa accade quando tutto finisce, quando puoi spogliarti, gettar via la maschera? Anche se il melodramma che stai mettendo in scena ti sembra inattuale, anche se non è la tua vita, è l'unico modo per conoscere la battuta che segue. Poi, però, c'è un momento in cui le pagine si chiudono, non c'è più copione e la vita continuerà senza ciak, senza regia. Ti strucchi e le persone tornano estranee, in un attimo svanisce la storia che si era creata. A quel punto, La vita che vorrei è solo un film girato, una storia che va nelle sale e ti riguarda solo in parte.
La vita che vorrei (2004) è una storia molto toccante, un film d'amore scritto sotto gli occhi.del pubblico. Il racconto della vita che scorre tra il severo Stefano (Luigi Lo Cascio) e la bellissima Laura (un'eccellente Sandra Ceccarelli); ma anche il racconto di legami che si scindono, di sentimenti che sembrano esaurirsi, svanire nella trama di silenzi, di mondanità boccheggiante e sbrigative seduzioni. A farne le spese sono, innanzitutto, Chiara (Galatea Ranzi), ex amante di Stefano, e Raffaele (Fabio Camilli); ma la donna ha almeno di giocarsi in scena quelle battute che danno senso a un amore che finisce, mentre Raffaele non raccoglierà da Laura che un incolore benservito, impossibilitato com'è a entrare nelle dinamiche di un film che il regista Luca (Antonino Bruschetta) ha già chiuso.
Con La vita che vorrei, Giuseppe Piccioni firma una pellicola in cui non il cinema, bensì la vita è protagonista del film. Cinema sul cinema, cinema sul trasfigurarsi della vita, dove il meccanismo della finzione viene proiettato come se fosse verità e viceversa, La vita che vorrei intreccia le battute in modo che in certi momenti il discorso si mantiene coerentemente sui due piani dell'arte e della vita, risultando patinato e un po' stucchevole nei costumi di un tempo che fu, dolorosamente - e in parte ironicamente - attuale nel décor contemporaneo.
In un blog come Das Kabarett, dove filo rosso è proprio la vita che vorresti, un film come La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni ha forse un sapore straniante: non è la mia storia, non mi somiglia per niente. Eppure, come dice Laura a proposito del copione in cui sarà Eleonora, è una storia che capisco. Sono uomini e donne di cui riesco a seguire le tracce. Poi, però, torno alle mie, anche se non conducono all'oasi, alla vita che vorrei.

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