La vita con i libri di Angela Langone

Creato il 03 febbraio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

“Da piccola, dopo le favole dei fratelli Grimm, ho letto il primo romanzo: ‘Violetta la timida’ di Giana Anguissola. In questa storia, la ragazzina protagonista aveva preso un impegno: tutte le volte che un’impresa sembrava impossibile, era il momento di impegnarsi al massimo (“Non posso, allora devo” era il mantra).

Da allora lo faccio anch’io, perciò posso dire che un libro letto a sei anni ha cambiato il mio approccio alla vita”.

Inizia così la vita con i libri di Angela Langone, scrittrice ed esperta di comunicazione, da oltre dieci anni nell’editoria in ruoli diversi tra di loro, dal web marketing agli uffici stampa e pr.

Una vera e propria vita in simbiosi con i nostri amici di carta tanto che, ancora, ci dice: “…da allora, è come se ci fossero un “dentro” e un “fuori”. I libri sono il “dentro”, mi insegnano come affrontare la vita. Le persone sono il “fuori”, la rendono più vivace e interessante…”

1) Angela, come cambia l’ottica dalla quale si vede la letteratura, a seconda che si lavori nelle case editrici, si scriva o si legga soltanto?

Io sono innanzi tutto una lettrice. Questo è l’approccio alla letteratura che mi godo di più.

Quando scrivo invece devo esprimere qualcosa che nella mia mente magari ha ancora solo forma d’immagine; tagliare, incollare, costruire. Dà soddisfazione ma è faticoso e poi… non si finisce mai, perché il lavoro può sempre migliorare.

Quando lavori in una casa editrice, infine, capisci che l’editoria è un settore e i libri sono prodotti: bisogna mettere sul mercato quelli che potrebbero piacere alle persone e quindi essere comprati. Da autore è difficile ragionare in questi termini, ma da addetto ai lavori devi farlo per forza e quindi scartare ciò che non avrebbe i requisiti per essere un prodotto vincente.

3) Lavori sul web, quindi è d’obbligo chiederti se Internet non crei un po’ troppa confusione nella scoperta di un autore nuovo, o se invece sia una risorsa.

   Internet è una risorsa, assolutamente. Certo, bisogna saper leggere le notizie e distinguere dalla massa delle fonti, affidarsi a quelle attendibili. Ma questo vale anche per i giornali e per le “voci di corridoio”.

4) Come commenti chi dice che con l’avvento della rete l’editoria come la conoscevamo è morta: cosa realmente è cambiato o sta cambiando? Tu stessa sei sempre più assorbita dalla rete che dalla scrittura tradizionale…

L’editoria non è morta. E’ viva e come tutte le cose vive si trasforma.

5) Sei sempre stata appassionata lettrice di Dostoevskij, tanto da tenerne la foto nel diario fin da ragazzina al posto delle immagini che ritraevano l’ultimo cantante di grido. Si leggono ancora certi classici mastodontici e cosa andrebbe riscoperto in loro?

Io alterno la lettura di libri pubblicati oggi a quella dei classici. E’ interessante farlo. La scrittura cambia, l’ambiente cambia, ma le passioni che fanno muovere le storie sono sempre le stesse. Il valore dei classici è eterno e il loro messaggio non è soggetto a mode o contesti.

6) Senza pietà e con l’occhio da editor: cosa non ti piace degli autori emergenti, tecnicamente parlando?

La tecnica dello scrittore esordiente è in genere un po’ acerba, c’è meno ricerca linguistica e più scrittura impulsiva, però d’altra parte spesso l’esordiente mette in gioco molto nella sua prima opera, l’opera parla di lui oppure è la sua idea principale. Questa cosa non va sottovalutata. Se la storia è buona, vale la pena di essere raccontata e di essere letta. Nasce da un’esigenza, è qualcosa di forte, c’è verità.

7) Cosa diresti ad uno scrittore che si appresta a pubblicare e cosa ad un lettore che invece si appresta a leggere un esordiente?

Tutti iniziano come esordienti. Persino i grandi classici sono stati esordienti. Col primo libro, ovvio. Quindi in un esordiente può nascondersi alta letteratura, oppure solo lo sfogo di un egocentrico, o il lavoro approssimativo di un pigro. Questo per dire che forse la categoria “esordiente” non ha neanche senso di esistere.

Pensa, con la mia tesi di laurea in letteratura tedesca mi sono occupata del romanzo “L’angelo tacque” di Heinrich Böll, scritto all’inizio degli anni Cinquanta quando lo stesso scrittore che avrebbe preso il Premio Nobel per la Letteratura vent’anni dopo, nel 1972, non era che un esordiente. Così esordiente che quel libro non glielo pubblicarono neppure, ma uscì postumo negli anni Novanta. Eppure conteneva in nuce tutti i temi che caratterizzano la sua opera e che l’autore avrebbe sviluppato nei romanzi successivi.

8) Stai ultimando un romanzo. Che cosa è cambiato nella scrittura, passando da un saggio satirico a un’opera di narrativa? 

Con il mio primo libro ho raccontato la mia terra d’origine, la mia regione, a cui sono legata attraverso i miei affetti e i miei ricordi d’infanzia. Sono partita dalla mia esperienza per raccontare qualcosa che esiste ed è vivo nel cuore delle persone, ho raccontato la Basilicata soprattutto ai Lucani. Ho rischiato, scegliendo un approccio auto-ironico, di essere smentita, o di non essere capita. Invece le persone hanno riso, si sono commosse e si sono riconosciute.

La scrittura del romanzo è stato un processo creativo più complicato. C’erano immagini pronte nella mia mente. Non una storia intera, ma visioni, commenti, frasi slegate tra loro. Parti sospese, in disordine. Ho pensato che scrivere questo romanzo volesse dire mettere tutto a posto. Trovare i collegamenti, dare una linea cronologica, colmare i buchi. Stavolta è stata la mia gioventù a finire nel romanzo, la Pianura Padana, le notti in discoteca, gli happy hour milanesi. Non è un romanzo autobiografico, né vi riconosco un mio alter ego, ma ogni personaggio ha qualcosa di me.

E finisce così, delicatamente com’era incominciato, il dialogo con la poliedrica Angela, che chissà: da autrice, o da lettrice, forse troverà un altro libro che le cambierà la vita, o magari cambierà quella di qualcun’altro con uno dei suoi.

Chi è Angela Langone:

Laureata in Lingue e Letterature straniere moderne con una tesi dal titolo “Macerie e poesia. L’angelo tacque di Heinrich Böll”, Angela Langone lavora nell’editoria da oltre dieci anni.

Si è occupata di marketing e vendite nei mercati esteri di riviste del settore ospitalità e benessere, poi di comunicazione nell’ambito della letteratura per l’infanzia.

Ha lavorato come editor e traduttrice per diverse realtà aziendali.

Attualmente gestisce il sito web www.viviconstile.it e l’ufficio stampa iStile Comunicazione.

I suoi racconti “Gloria la volontaria” e “Cambiamenti” sono risultati tra i primi selezionati a due concorsi letterari nazionali indetti dalle Acli Lombarde e dal Corriere della Sera e sono stati pubblicati in antologie.

Nel 2010 è uscito “Lucani. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù”, delle Edizioni Sonda, che è stato presentato al Salone del Libro di Torino, nelle librerie e nelle scuole di tutta Italia, e inoltre a Rio De Janeiro, Buenos Aires, Montevideo e Zurigo.



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