La vita dell’uomo di Khushpur

Creato il 18 febbraio 2012 da Luigiderosa @Luigi2006


Morte di un blasfemo
di Francesca Milano
San Paolo pagine 140 € 12,00

prefazione dell’On. Franco Frattini

Shahbaz Bhatti Mi piacerebbe raccontarvi la storia di quest’uomo senza cadere nella retorica ma con la passione e il rigore intellettuale che merita ,come ha fatto splendidamente la mia conterranea Francesca Milano,perchè Shahbaz merita sopra ogni altra cosa di essere ricordato,di essere, ci auguriamo,imitato dai credenti di tutte le confessioni .Il Pakistan descritto in questo testo è una terra ostile ai Cristiani,agli Indù ed alle altre minoranze religiose che ne compongono la popolazione. Se non ci fosse stata la lotta ostinata e coraggiosa di Shahbaz Batthi ci sarebbero potute essere delle leggi ratificate da parte di determinate fazioni politiche mussulmane al potere, che avrebbero ricordato quelle messe in atto da Hitler contro gli Ebrei. Shahbaz Batthi figlio di una coppia di pakistani cattolici, nacque il 9 settembre 1968 a Khushpur nel Punjab, in dialetto punjabi “khushpur” vuol dire “villaggio della felicità“, strano destino quello di quest’uomo che spese tutta la sua breve esistenza per la felicità del prossimo,ma a lui,in questa vita ,è stata negata per sempre.Riuscì a laurearsi e a diventare Ministro per le minoranze religiose per le quali è morto il 2 marzo 2011 assassinato da un commando terroristico.In Pakistan c’è una legge chiamata “la legge nera” che regola la blasfemia, chi offende Maometto o il Corano, rischia la vita.
Gli integralisti e i terroristi da non confondere con i Mussulmani veri, adoperano spesso questa ed altre leggi della Shari’a per perseguitare,umiliare,assassinare Cristiani ed Indù senza che le autorità dello Stato muovano un dito.Nel testo si racconta di un vecchio cristiano analfabeta che faceva lo spazzino al quale dei “Talebani” avevano chiesto di buttare nell’immondizia certi fogli senza dirgli che si trattava di pagine del Corano, fu accusato di blasfemia,solo l’intervento di Shahbaz Batthi ne impedì la condanna a morte.Con la blasfemia in Pakistan si arriva a comportamenti grotteschi e orribili,accadde così che un giorno una coppia di giovani sposi “mussulmani” in moto,a causa del terreno accidentato, avesse perduto il controllo del mezzo e fosse finita contro una statua di Maometto, i due feriti non solo non furono soccorsi dalla gente,ma arrestati per blasfemia.Ricordare Shahbaz Batthi vuol dire parlare di un Uomo che ha sfidato le persecuzioni, l’intolleranza più becera,le continue minacce di morte a lui e alla sua famiglia per dare una mano ai poveri,ai dereletti,ai deboli di tutte le confessioni. Lo immagino salire sulle montagne del Kashmir per raggiungere Balakot a piedi, dopo il terremoto dell’8 ottobre 2005 ( 7,6 della scala Richter e 30mila morti ), tutt’intorno cadaveri e distruzione,freddo e neve,eppure con gli amici dell’Apma* strappò alla morte centinaia di donne e bambini,innalzò tende,offrì cibo e acqua a tutti.
Qualche volta ,da” occidentale pasciuto” come dice Erri De Luca,entro in un tempio di domenica,mi colpisce il freddo nelle navate e la eco dei miei passi,la solitudine del prete che officia la messa,penso alle parole di Shahbaz Batthi all’amico Monsignor Dino Pistolato direttore della Caritas di Venezia:”quanto siete fortunati a poter partecipare alla messa liberamente senza paura”,in Pakistan dove si rischia la vita le Chiese sono piene di persone che pregano,da noi sono sempre più vuote.di Luigi De Rosa
Dopo la lettura del testo di Francesca Milano ho pensato a questo brano di Erri De Luca che potete rileggere per intero nel libro “Nocciolo d’oliva” mi fanno pensare ai cristiani come Shahbaz Batthi:
Gesù? “Forse continua a nascere così, senza sopravvivere e il venticinque Dicembre è solo il più celebre dei suoi compleanni.Dopo di lui il tempo si è ridotto ad un frattempo,a una parentesi di veglia tra la sua morte e la sua rivenuta.Dopo di lui nessuno è residente,ma tutti ospiti in attesa di un visto.Siamo noi pasciuti di occidente,la colonna di stranieri in fila fuori all’ultimo sportello”.

 

 * APMA (All Pakistan Minorities Alliance)associazione fondata da Shahbaz Batthi per difendere i diritti delle minoranze in Pakistan.


Francesca Milano è nata nel 1980 a Vico Equense, lasciata Meta dove ha vissuto e frequentato le scuole superiori si è trasferita a Perugia dove ha studiato Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi, ha frequentato un master di II livello in “Teorie e tecniche dell’investigazione criminale” all’Università La Sapienza di Roma e la scuola di giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È diventata giornalista professionista nel 2008. Come giornalista ha lavorato al «Corriere dell’Umbria» e al «Corriere di Arezzo», prima di arrivare a «Il Sole 24 Ore».Vive e lavora a Milano.


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