Giusy Fogu, iglesiente, già autrice di poesie con Il vento dell’isola (La Riflessione, 2012), attrice di teatro con la compagnia Quinte emotive, da anni si dedica alla scrittura di testi poetici che riscuotono consensi tra i lettori e le giurie di numerosi premi letterari. Quest’anno giunge alla sua seconda pubblicazione con La vita dentro, Sillabe di Sale editore, presentato per la prima volta a Maggio, in anteprima, al Salone internazionale del Libro di Torino.
Un bel libro. Ben realizzato, anche graficamente, non solo nei contenuti verbali, ma già fin dalla copertina con l’opera intensa ed evocativa di Patrizia Meloni, artista anch’essa iglesiente, di cui si possono apprezzare altre tre tavole a introduzione delle tre sezioni in cui la silloge della Fogu è scandita. I blu intensi richiamano immediatamente la profondità del mare, l’elemento acquatico spesso presente nelle liriche della raccolta, ma anche il pensiero, la meditazione, la ricerca di pace e tranquillità. I rossi e i gialli, il calore, il sanguigno e l’empatico, di contro al freddo siderale. Bene le opere pittoriche della Meloni si sposano con i toni della poetica della Fogu.
Le tre sezioni hanno titoli importanti, impegnativi, che richiamano le grandi aree tematiche cui si possono ascrivere i componimenti: Vita; Idee, ideali; Amore, rispettivamente di diciotto, undici e ventuno liriche.
La vita è quella più intima, sentimentale, dell’autrice, sempre, sia quando si apre al ricordo dei familiari che hanno lavorato a lungo nelle miniere dell’iglesiente, sia quando parla, da donna, del dolore delle donne, sia quando apre, con la mano, il suo cuore al meno fortunato. Ancora di più quando cristallina e stillante di acqua salata la voce si dispiega, sofferente e sempre speranzosa alla ricerca di Amore. Il dolore dell’animo viene sempre alla carne, tanto profondo è lo spirito, tanto piagata l’anima, la memoria e fremente il corpo di fronte al rifiuto di un bacio, alla fine di un amore, pur lungo, allo svanire di un sogno. Testimoni sono la luna e le stelle, testimone il mare e il vento; lunga, tanto da sembrare infinita, l’attesa. La tensione vitale a volte raggiunge lo spasimo; l’erotismo, soffuso, serpeggia e si fa spazio tra i versi, in maniera limpida, non ammansito dalle rughe del tempo sulla pelle: l’anima è sempre nuda, pura, innocente, fragile.
Aleggia sempre il senso del vuoto, il pensiero dell’ineluttabile fine della vita, del rischio di un suo inconcludente passaggio, ma non si tratta mai di un senso di sconfitta assoluta, perché dice e si dice l’autrice siamo donne…che camminano contro vento. Di certo a quest’anima poetica cui dà voce Giusy Fogu non manca la costanza e la determinazione, accanto a una lucida consapevolezza. Attesa, desiderio, sogno e brama, senso di vuoto, dolore. Ma prezioso è ogni fugace istante d’amore; nessun amore è inutile, sempre atroce la sua perdita: la carne non dimentica.
Se un difetto si può segnalare nel libro forse si può indicare in qualche accento e apostrofo sfuggito in fase di editing finale del testo.
Alta è la poesia amorosa della Fogu e non pare temerario accostare molti passaggi delle sue liriche, per spirito, toni, circostanze e tempra linguistica alla poesia della grande poetessa di Lesbo, Saffo; stessa forza nella preghiera e nel richiamo d’amore, stesso impeto e impellenza nell’invocazione ad Amore.
Un bel libro. Davvero.
Written by Katia Debora Melis
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