La vita e la via (Valentino Liberto e Alex Langer)

Creato il 13 ottobre 2010 da Gadilu

Appena reduce da una bellissima serata organizzata dall’associazione Heimat di Bressanone, stendo queste note nella speranza di tornarci sopra con calma (ma io purtroppo ho vissuto questo evento come rapito da una nube, e non ne sarò capace).

Quanto poco ci abbiamo pensato, pur pensandoci molto, ad Alexander Langer. Abbiamo fatto di un albero, dalle radici profonde, dal fusto robusto e dalle fronde ombrose, il ramo storto della nostra umanità appassita. Un paesaggio in movimento è diventato un fotogramma immobile. Il Langer del 1981, immaginato in lotta per cogliere vittorie che noi stessi non avevamo il coraggio e la capacità di conquistare, quel Langer ci aveva lasciato (ma nel senso che ci aveva lasciato indietro) molto prima della sua triste dipartita. Abbiamo smesso di seguirlo diffidando o semplicemente ignorando i suoi sforzi nel cercare altre vie, più impervie e sfuggenti, della “sua” via (o meglio quella che noi ritenevamo fosse tale). Così l’abbiamo tradito prima di tutto non corrispondendo al suo imperativo: tradite voi stessi, non arrendetevi alla semplicità di qualche facile formula (non arrendetevi, soprattutto). Questa è la vita e la via di Langer dopo la sua morte. Cioè la nostra vita, la nostra via ancora con lui. Grazie Valentino che ce l’hai ricordato.



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