Dall'altra parte, i "poppanti" come Mitch e Sabrina dovranno cercare di superare alla meno peggio le prove loro destinate e, chissà, guadagnarsi rispetto e amicizia dei grandi cominciando ad assaporare il mondo dell'high school.
Una giornata storica in cui vicende personali e ritrovi di gruppo si incrociano prima che le vite di tutti i suoi protagonisti possano davvero prendere forma.
Questo Free drink è per Ottimista.
Esistono delle pellicole che diventano, pur non affrontando temi particolarmente profondi o scottanti, sconvolgenti o necessariamente pesanti, piccole pietre miliari nel corso della nostra crescita, andando a stuzzicare quella parte di noi che ha vissuto quei momenti così normali eppure ad un tempo straordinariamente eccezionali che fanno parte dell'esistenza di ognuno.
Certamente, l'inizio e la fine delle scuole superiori fanno parte, con tutto il loro bagaglio di piccoli successi e grandi delusioni, dell'esperienza di noi tutti.
Così come La vita è un sogno rientra perfettamente nella stessa categoria di film di cui fanno parte I Goonies, Stand by me, Y tu mama tambien, Quasi famosi, per citarne soltanto alcuni.
Il lavoro di Linklater non sarà memorabile, eppure ha il potere di parlare un linguaggio universale a tutti noi ragazzi figli della cultura occidentale, quasi fosse una sorta di versione "stoned" di American graffiti, capostipite del genere "chissà cosa sarà delle nostre vite, intanto mi godo al massimo questo momento di baldoria e tentativi di ribellione".
In questo senso, il personaggio di Pink rappresenta al meglio quante contraddizioni, grandi ideali e cazzate siano in testa in quel particolare periodo della vita, che coincide, più o meno, con la volontà di ottenere tutto ma solo ed esclusivamente alle proprie condizioni, cercando di fare tesoro di quello che si è vissuto ma senza dimenticare, pur non dimostrandolo apertamente, di essere il numero uno: il rapporto con la squadra e l'allenatore di football sono un esempio perfetto, così come il modo in cui lo stesso Pink tratta Mitch, rendendolo, di fatto, il suo protetto agli occhi degli altri senior.
Interessanti, inoltre, i personaggi di David, che ha deciso di non frequentare l'università per godersi la soddisfazione immediata dei soldi di un lavoro in città, di Mitch e sua sorella Jodi, e Sabrina, capace di sopportare le intemperanze delle compagne più grandi e ritagliarsi uno spazio allo stesso modo di Mitch.
Il tutto ritmato da una colonna sonora che pare proprio cucita addosso al vecchio Ford, tra Aerosmith, Black Sabbath, Led Zeppelin - cui si deve anche lo stesso titolo originale della pellicola - ed Alice Cooper, senza dimenticare il momento in cui, tra manichini e birra, vengono sparate a tutto volume le note dei Kiss, conquistando completamente ed irrimediabilmente il sottoscritto, che proprio sul finire del liceo visse una incredibile annata di passione per le quattro rockstar autrici di Detroit rock city culminata nel fantastico concerto di Milano del marzo 1999.
Amarcord, un pò come quello raccontato da Linklater.
Perchè chi davvero può sapere dove sono finiti quei ragazzi, se sono felici, o disperati, all'apice del successo, o addirittura morti, sono soltanto loro.
Qui restano i loro sogni, grandi e piccoli.
E anni che, volenti o nolenti, ricorderemo per sempre.
MrFord
"Perchè a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età,
oppure allora si era solo noi non c' entra o meno quella gioventù:
di discussioni, caroselli, eroi quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu."
Francesco Guccini - "Eskimo" -