Con loro un'altra viaggiatrice bloccata in aeroporto. La giovane, attenta e silenziosa, riempirà l'attesa con la sua chitarra e le sue canzoni.
Conosco ed apprezzo Beppe Severgnini da parecchio tempo, Da quando io, lettrice, i capelli nemmeno me li tingevo e lui, scrittore, qualche capello scuro ancora in testa lo avevo. Fine conoscitore degli italiani, capace di parlare a due generazioni con la stessa disarmante sincerità, ironico, intelligente, responsabile, e basterebbe quello a farmelo amare alla follia, di una memorabile intervista a Bruce Springsteen e tutta la E-Street Band ai tempi dell'uscita di "The Rising" vista un sabato pomeriggio in mezzo ai cartoni del trasloco in quella che era la nostra prima casa. Quindi quando abbiamo saputo del suo debutto, con una voglia di mettersi in gioco degna di un ragazzino, a teatro e soprattutto del suo passaggio a Bologna io e il marito non ci abbiamo pensato due volte.Sarà che non andavamo a teatro davvero da troppo tempo, sarà l'amore per l'aeroporto luogo-non luogo, sarà la voglia di partire parecchio forte ma quello che ho visto l'altra sera, lo dico subito, mi è piaciuto parecchio.
Un confronto tra due generazioni arguto ed intelligente. Lui ha passato i 50, lei sta arrivando a 30. Due momenti importanti della vita, in un periodo piuttosto complicato. I cinquantenni di oggi sono spesso egoisti, abbarbicati ad una gioventù che sta scappando ("un terzo dei miei coetanei è ciclista, l'altro è podista, l'altro è gourmet...quello lo noti dalla circonferenza....."), propensa all'autoindulgenza come raramente è capitato in passato, incapace di essere realmente vicina ai ragazzi in quanto non capisce spesso chi sia l'adulto chi il ragazzo..."chi ha il dovere di educare ed il diritto di essere educato". I ragazzi di oggi sono sicuramente più coraggiosi, in quanto costretti a vivere in un momento piuttosto difficile, eppure anche più vulnerabili proprio perchè forse, privi di una vera guida, di qualcuno che restituisca loro qualcosa perchè ""se dopo i cinquantanni uomo o donna che tu sia, non ti senti in dovere di restituire qualcosa allora non sei sciocco, sei un cretino"; in mezzo ci sono i quarantenni e pure su questi bisognerebbe scrivere due righe...ma rischiamo di andare fuori tema...quindi torniamo allo spettacolo...dicevamo. Un cinquantenne ed una ventottenne pure carina, da soli in un aeroporto deserto...ebbene no, non c'è l'elemento piccante. Lui le parla, la consiglia, la incoraggia, la aiuta a prendere la decisione che potrebbe cambiarle definitivamente la vita. Lei prima sbuffa, poi controbatte ma alla fine ascolta, riflette e pensa che forse, trasferirsi a Fortaleza per aprire un bar con un sedicente fidanzato proprio la decisione giusta non è...e questo Signore tanta voglia di andare a Boston per l'ennesima conferenza forse non ce l'ha.
Severgnini come scrittore ha forse perso il tocco graffiante di una volta, con l'età si diventa più teneri. Ma ha messo in scena un argomento attualissimo con sano realismo e delicata profondità."La vita è un viaggio" è uno spettacolo che non conosce noia, divertente con eleganza e recitato assai bene da Severgnini, rivelatosi sorprendentemente un buon attore e la brava Marta Isabella Rizi. Colonna sonora della bravissima Kiss & Drive.E se mai passate dalle parti di Bologna, anche se non andate a teatro, se avete voglia di mangiare più che discretamente passate al "Twinside" , in via Falegnami n.4 .Bistrot del più famoso "Caminetto d'oro", è proprio a fianco, con cui condivide la cucina. Una vera sorpresa. Abbiamo mangiato: insalata mista con lamponi e formaggio di capra; fish and chips (pesce freschissimo) con maionese all'acciuga, crema catalana con arancia candita e zenzero (semplicemente deliziosa e lo dice una che non va pazza per la crema catalana); accompagnato da acqua San Pellegrino ed un calice di Franciacorta. Aperto dalle 12.30 alle 23.30, ambiente piccolo ed informale (ecco perchè non ho fotografato i piatti, avrei fatto una figura barbina) eppure assai curato, menu che cambia spesso, personale veloce, ci torneremo sicuramente.
"Ti sembrerà strano, ma una volta la Fiat dipingeva le macchine di nocciola...
non tutte...e non era sabbia del Caigiri...era nocciola"
"Porterò sempre con me un taccuino, giorno e notte". "E una matita". "E una matita"