La vita è una commedia, un dramma o una tragedia?

Da Nino Bonaiuto @cambiaremente
 Tu puoi scegliere come sarà la tua vita. Dipende solo da te e da quello che decidi di credere. Di ciò che metti al centro dei tuoi pensieri.
Abbiamo tre possibilità, o due - se ne consideriamo una positiva (commedia) e l'altra negativa (dramma e tragedia). 

Commedia

La tua vita può essere una commedia, basata sul sorriso, sull'allegria, sull'ottimismo, nella convinzione che tutto alla fine andrà bene. Un carattere docile e positivo ti porterà a vivere con leggerezza. Il detto popolare "gente allegra il Ciel l'aiuta" descrive bene le persone che fanno della loro vita una commedia.Ciò non significa che l'esperienza dolorosa non possa mai verificarsi: semplicemente queste persone non si soffermano sulla sofferenza, ma passano facilmente oltre.Non stanno a tormentarsi, ma minimizzano e sdrammatizzano non appena ne hanno l'opportunità.Le persone che fanno della loro vita una commedia sono le persone che è più piacevole frequentare, la loro energia è contagiosa. Fanno star bene.

Dramma

Un esempio lampante della diffusione di questa modalità è dato dalla grande popolarità delle celeberrime leggi di Murphy.Molte persone sono infatti votate al dramma, il loro fiato è perennemente sospeso, la loro fronte sempre aggrottata... si aspettano che accada qualcosa di brutto da un momento all'altro. Per loro essere vivi significa avere un problema, meglio se di difficile soluzione.Sono sempre in lotta, combattono le loro battaglie e non si arrendono mai... Conosco persone che - se tutto è tranquillo - si sentono inquiete e si mettono alla ricerca (inconsapevole) di qualche guaio di cui possano occuparsi. Ovviamente lo trovano, dal momento che la legge è "chiedi e ti sarà dato".Quando finalmente si trovano alle prese con la sofferenza... eccole 'soddisfatte'. Non si rendono conto dello schema che applicano, ma a loro va bene così.Si tratta di persone con le quali occorre stare attenti. Accanto a una persona allegra e rilassata il loro schema entra in crisi e potrebbero innervosirsi: "Che c'è da ridere?", "Beato te che sei contento...", "Il sorriso abbonda..." ecc. ecc.".Ma se trovano una persona sulla stessa lunghezza d'onda... ecco che sono di nuovo in pace: possono finalmente rilassarsi e lamentarsi con chi li capisce.Joe Dispenza direbbe che sono "drogati di ansia": vanno in "crisi d'astinenza" se si abbassa il livello dei neurotrasmettitori che gli provoca la sensazione di ansia tanto familiare.Nel dramma ci sono molte emozioni negative: l'odio, la rabbia, la frustrazione. Chi vive in questo tipo di  schema (mentale) passa da un dramma all'altro: vengono sempre accontentati. Sebbene se ne lamentino, tuttavia, per costoro questo è l'unico modo di vivere. E sotto sotto non gli dispiace...Mi viene in mente in proposito una frase famosa di Anna Magnani: "I tempi felici sono brevi. A sommarne gli attimi in una vita, non fanno una settimana. Eppure la vita é bella lo stesso".

Tragedia

Sono molto meno numerose delle persone votate al dramma (per fortuna). Sono delle anime "nere". Quasi nessuno aspira a passare del tempo con loro, in quanto l'alone di energia intorno a loro è funereo, per non dire funesto.Si tratta di persone che cercano esperienze molto forti: malattie gravi, incidenti mortali, crimini. Tutto è basato sulla convinzione che "la vita è così". Sono realmente convinti che il mondo sia una "valle di lacrime".Pessimismo cosmico, sfiducia nel prossimo, odio, distruttività sono le caratteristiche che delineano queste personalità. Oltre che difficile e tormentata, la loro vita non è mai lunga.
Le persone tendono a stare con persone loro affini, con le quali c'è la condivisione dello stesso tipo di energia. Bisogna dire che questi atteggiamenti fondamentali sono frutto di convinzioni che si è scelto di nutrire, come il tipo di lupo nella parabola del vecchio cherokee. Ma sono solo delle idee, che possono essere sempre cambiate.Un'evoluzione spirituale presuppone la presa di coscienza di quale meccanismo stiamo attuando nella nostra vita. E trattarlo quindi per quello che è: un meccanismo.Mettere in discussione la veridicità delle convinzioni di base è il primo e più importante passo per uscire da uno schema e magari per abbracciarne un altro.
E' una scelta.

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