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La vita extraterrestre contraddice la fede cristiana?

Creato il 21 gennaio 2014 da Uccronline

Specola VaticanaL’esistenza di una forma di vita extraterrestre è compatibile con la nostra fede in Dio? Con la centralità dell’uomo nella creazione divina? Con l’incarnazione di Gesù Cristo? Sono domande che molti credenti giustamente si pongono ed occorre dare una risposta.

Lo ha fatto recentemente padre Athos Turchi, docente di filosofia alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, spiegando che «il Dio in cui noi cristiani crediamo non è certamente un Dio dal braccio corto, che crea solo il minimo indispensabile», basta guardare alla vastità dell’universo, indispensabile per la comparsa della vita (perché con «un universo più piccolo e più giovane la nostra comparsa non sarebbe stata possibile dal momento che non ci sarebbe stato il tempo per “cuocere” a fuoco lento gli elementi necessari alla vita», ha spiegato il celebre astronomo di Harvard, Owen Gingerich, in “Cercando Dio nell’universo”, Lindau 2010), ma anche l’immensa bellezza anche nei minimi particolari della natura.

A mettere al centro dell’universo l’uomo è la “regolazione fine” con cui sembra essere stata progettata la sua comparsa, la sua immensa complessità (pensiamo al cervello, il computer più potente di tutto l’universo), la sua capacità di domandarsi il senso della sua vita, «a fronte del quale il creato materiale di stelle e pianeti e quant’altro, è roba da ridere». Tuttavia, ha spiegato padre Turchi, «non è contraddittorio né eretico pensare che possano esservi in altri pianeti forme di vita razionale, e perciò assimilabili all’essere umano, che vivano di propria esistenza: c’è spazio per tutti e anche parecchio».

Per capirlo occorre comprendere il motivo per cui Cristo si è incarnato tra gli uomini: «Stiamo a quanto ci dicono le Sacre Scritture. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, si è incarnato ed è entrato nella storia umana, perché l’uomo ha peccato e perché Dio aveva deciso di salvarlo: Dio ha tanto amato il mondo che ha inviato il suo Figlio perché gli uomini abbiano la vita (Gv. 3,16). Se l’uomo non avesse peccato, l’incarnazione non ci sarebbe stata, poiché l’uomo sarebbe sempre vissuto al fianco di Dio stesso». L’incarnazione, dunque, si è resa necessaria per gli uomini, Dio ha deciso di intervenire in un certo momento della storia per richiamare l’uomo, che rischiava di perdersi, al suo destino, cioè alla sua comunione con Dio. Rispetto agli “extraterrestri”, «se anche questi altri viventi hanno, anche loro, avuto i nostri stessi problemi, nulla potrebbe impedire a Dio di mettere in atto qualcosa di somigliante all’incarnazione». In conclusione, ha spiegato, «sia che come esseri intelligenti fossimo soli ed unici, sia che nell’universo vi siano altri esseri intelligenti più o meno simili a noi, non cambia il concetto di Dio creatore, perché non è un Dio dalle vedute ristrette».

Se il cattolico Elio Sindoni, ordinario di Fisica Generale dell’Università Bicocca, ha spiegato nel suo bellissimo libro “Siamo soli nell’universo?” (Editrice San Raffaele 2011) perché non esiste alcun essere extraterrestre (oltre a parlare molto del rapporto di amicizia tra scienza e fede), José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, la pensa in modo opposto: «A mio giudizio questa possibilità esiste. Come si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove? Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello” e “sorella”, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione». Il gesuita ha poi confermato la visione del teologo Turchi rispetto all’incarnazione di Cristo: «Prendiamo in prestito l’immagine evangelica della pecora smarrita. Il pastore lascia le novantanove nell’ovile per andare a cercare quella che si è persa. Pensiamo che in questo universo possano esserci cento pecore, corrispondenti a diverse forme di creature. Noi che apparteniamo al genere umano potremmo essere proprio la pecora smarrita, i peccatori che hanno bisogno del pastore. Dio si è fatto uomo in Gesù per salvarci. Così, se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore».

Ricordiamo, infine, che la Chiesa cattolica aprì alla possibilità della vita extraterrestre nel lontano 1277, quando il vescovo di Parigi dichiarò eretico limitare alla sola Terra la potenza creatrice di Dio. Tutt’oggi in Vaticano sono molti gli incontri organizzati con astronomi e astrofisici sull’esistenza extraterrestre e anche i quotidiani cattolici, come “Avvenire” non mancano di affrontare la questione. Per approfondire il rapporto tra extraterrestri e incarnazione di Dio, consigliamo questo articolo di Giuseppe Tanzella-Nitti.

La redazione


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