La vita in diretta delle parole
Creato il 11 maggio 2011 da Ilpescatorediperle
Fino ad oggi Melania Rizzoli mi era nota soltanto per due ragioni: essere la migliore amica di Mara strucaelbotòn Venier (la cosa ci tornerà utile); essere la moglie dell'imprenditore Angelo Rizzoli. Amici personali di Silvio Berlusconi (lei anche sua deputata), i due, tempo fa, si erano dati alla caccia grossa contro Veronica Lario; Angelo aveva accusato la separanda di essere fuori dal mondo, lei e le sue "quattro amiche milanesi" a-obamiane; Melania l'aveva scongiurata di dare ai figli "un esempio di vita". Insomma, niente di che.In questi giorni, la parlamentare medico si è distinta per un fondo (è proprio il caso di dirlo) su Libero relativo al coma di Lamberto Sposini, co-conduttore de La vita in diretta con la sua best friend, il cui contenuto è così riassumibile: "Lambè, hai visto, tu che eri a favore del biotestamento? Se staccavano la spina eri già morto!" Ecco, io queste parole non le commento.Ciò che più colpisce della sparata di Melania Rizzoli viene molto prima del cinismo, dello speculare sulla malattia e sulla morte, del livello da retrobottega politicante, dell'approfittare di contatti personali con il medico di per imbastire un pezzo che si ritorce contro il paziente dello stesso: tale feccia non è altro che barbaradursismo, ragion per cui non ho niente da aggiungere a questo.Ciò che più colpisce ha a che fare con ciò che le parole dicono o meglio non dicono. Con la vita segreta (si fa per dire) delle parole, che, non può sorprendere, ambiscono a ribaltarsi in parole sul segreto della vita.Così, leggiamo che ciò che rende rilevante il "caso Sposini" è il fatto di essere avvenuto dopo il matrimonio di William e Kate e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Per questa importante quanto lacunosa serie di coincidenze (e bin Laden, stiamo a buttarlo via?), Rizzoli sente la necessità di ricordare che il "paragone è quasi blasfemo". E' blasfemo insomma accostare non il coma di Sposini ai due eventi di cui sopra per cavarne un qualsivoglia significato, ma giustapporre la sacralità di Wojtyla con un matrimonio anglicano e "patinato". Rizzoli non è mai sfiorata dal dubbio che la cerimonia di beatificazione, con Alemanno impegnato a far dimenticare Parentopoli spendendo(si) per l'evento, sia stata molto più patinata del rito a Westminster Abbey, con la differenza che quest'ultimo era quello che era e non faceva finta di essere altro. Rizzoli vuole dunque farci credere che la assoluta similarità dei due eventi, cioè l'essere stati pensati e l'essere avvenuti sotto gli sguardi delle telecamere di tutto il mondo, sia stata per l'uno un semplice accidente, per l'altro l'essenza stessa dell'evento. Chissà se era più autentico William quando ha pronunciato le parole "con il mio corpo io ti onoro" o Ruini quando si è inchinato a baciare la bara di Karol.In ogni caso: che cosa c'entra Sposini? C'entra perché il malcapitato, si era "preparato" per parlare dei due eventi a La vita in diretta, che Rizzoli definisce "programma cult" (chissà "Studio Uno", allora). Insomma: Sposini doveva parlare della vita in diretta dei due eventi (quindi fare il blasfemo, a quanto si capisce), ma si è sentito male. Questo insieme di coincidenze, per Rizzoli, è dovuto al fatto che "la storia ha calendarizzato" tali eventi a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. La storia insomma, segretaria dei nostri appuntamenti col destino; la storia che mette in agenda "oggi Kate, domani Karol, dopodomani Lamberto", o: "oggi gli sposi, dopodomani Sposini". S'immagina, ballando il cha cha cha.
Perché la storia ha calendarizzato in questa maniera? Forse si serve di un registro di carta, invece di Google Calendar, e ha fatto confusione? No. Secondo Melania, quello di Lamberto è stato un "destino beffardo". Insomma, a forza di dire che ognuno deve decidere per il proprio fine vita, egli ha attirato gli strali della storia (Dio o fortuna poco importa, ma Rizzoli propende decisamente per il primo), ed è stato colpito dalla sorte. Pensava di avere in calendario La vita in diretta, e invece si è trovato Tra la vita e la morte: ovviamente sempre in diretta.
Perché Melania non ha il minimo dubbio sul fatto che la vicenda di Sposini debba essere palpeggiata mediaticamente con lo stesso godimento con cui sono stati palpeggiati matrimonio londinese e beatificazione romana; perché Melania, tutta Casa (delle Libertà) e Chiesa (Cattolica Romana), non ha alcuna remora a riportare conversazioni private con la compagna di Sposini, a mettere in mezzo i figli, a dimostrare quel tanto di apparente partecipazione al dolore che serve per prendere meglio la mira. E lo fa, come dicevo, con queste parole, che appaiono in tutta evidenza così insufficienti, raucamente urlate come sono. Rizzoli si spende "per la coscienza", intendendola, biologicamente, solo come condizione di veglia, come insieme di fuzioni cerebrali. Ma questa coscienza ridotta a congerie di dati clinici - quella che ormai anche per la Chiesa è la sola vita pensabile - questa vita in diretta, è per lei anche l'unica possibile.
Melania non pensa che la coscienza sia prima di tutto un sussulto: quel pudore morale che farebbe soprassedere da cupe farneticazioni al capezzale di uno sventurato, e inviterebbe a fare silenzio; quella pietas e quella charitas cristiane che appunto davanti al "segreto" della vita tacciono. Dovrebbe prendere spunto dalla sua omonima di Via col vento, che davanti alle accuse alla cognata rispose: "Rossella fa quello che ritiene giusto", e basta.
da TEMPI FRU FRU
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