La vita in (s)comode rate

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

La vita di un disoccupato è scandita. Non (s)candita..magari!

No, scandita dalle scadenze. Che sembra una brutta figura retorica, e invece è solo una brutta cosa.

La vita del disoccupato è scandita dalle ore che passano, con le metaforiche mani in mano. E dai giorni che trascorrono, nel lento stillicidio della conta del “senza lavoro”.

E poi, visto che il tempo si ferma ma solo per quanto riguarda il lavoro, la vita del disoccupato è scandita dalle (s)comode rate di quel che c’è da pagare. Come se il shakespeariano etto di carne che questa mancanza di occupazione ci ha tagliato dal fianco non fosse già abbastanza.

Si perché come dice il Vasco: “la vita continua anche senza di noi, che siamo lontani ormai, da tutte quelle situazioni che ci… occupavano”. Beh, forse non diceva così, ma ci siamo capiti no?

E allora continuano ad arrivare le lettere d’amore, di chi non si è dimenticato di noi (oh, gioia!). E non parlo di quelle di qualche zelante ufficio di collocamento, o agenzia di lavoro interinale o (diononvolesse!) recruiter d’alto bordo, no. Parlo degli eterni innamorati nostri – chè solo loro ormai ci filano: A2A, agenzia delle entrate, fisco, cisco, bisco… bollette su bollette che si accumulano, attaccate come sanguisughe al già anemico e inesistente conto in banca. E tasse, tassine e balzelli, e furti e veri e propri salassi. E conguagli, cazzarola, persino i conguagli della fornitura del gas dal 2008 a oggi…! E poi dicono che hanno abbassato le tasse sui consumi per venirti incontro… ma è legale conguagliare le bollette di 5 anni addietro??

Se lo è, non dovrebbe esserlo, ecco. A uno che già gli fumano, gli girano ancora più a 1000 le scatole, a ricevere una bolletta beffa come questa, che non fa neanche tempo a prender polvere nella cassetta postale che te la stanno già sollecitando, le maledette sanguisughe.

E poi, per distrarti un attimo, accendi la tv. E parlano solo di mancati accordi, di IMU la tolgo o non la tolgo, di ius soli, di diarie, e promesse non mantenute, e prese e riprese…per i fondelli. Si.

Perché da una parte la lunga mano fa finta di dare.. e dall’altra toglie il doppio. E così, così la vita del disoccupato scorre, e la notte, invece di contar pecore, il disoccupato conta i centesimi che gli restano per andare a fare la spesa. O pagare la prossima bolletta di conguaglio.

O per pagare il postino perché si dimentichi di dove abitiamo, o se ne vada a fan… ma no. Poverino. Sta solo facendo il suo lavoro, LUI.