TRAMANulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitre stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l'immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l'uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell'assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l'ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall'attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti.
Non so se ve ne siete accorti, ma al giorno d'oggi trovare un giallo classico è sempre più difficile. Sarà che anche noi lettori siamo diventati più difficili da accontentare visto che la mente corre immediatamente ad Agatha Christie o a Sir Arthur Conan Doyle. Insomma ci aspettiamo da un momento all'altro che spuntino fuori Miss Marple o Sherlock Holmes e finiamo immancabilmente a ritrovarci se va bene ( e ci deve andare proprio di fortuna) con una versione riveduta e corretta della signora Fletcher. Così, scoperta l'uscita di questo libro mi sono subito entusiasmata. Purtroppo però non sempre le aspettative si concretizzano in una felice lettura.
Anche i personaggi non mi hanno convinta per nulla. Ho trovato interessante la narrazione in prima persona da parte dell'agente John Fraser, ma questo è tutto. Ho avvertito troppa distanza tra il lettore e i vari, tanti personaggi, e in particolare con la vittima, quella povera signorina Milne per quale dovremmo provare pietà e tristezza e che invece mi è abbastanza scivolata addosso.
Per fortuna a risollevare le sorti di questo romanzo c'è qua e là il tipico humor di stampo inglese che almeno mi ha portato a terminare in maniera più rapida una lettura che altrimenti sarebbe stata ben più lunga.
Peccato!
Voto
Alla prossima